L'OSSERVATORIO

Il digitale “latita” nelle quotate in Borsa: mancano competenze nel 42% dei board

I dati della ricerca realizzata da Alkemy in collaborazione con Borsa Italiana e Assonime su un campione di 192 aziende. Meno del 5% riesce a creare valore sostenibile grazie alle tecnologie emergenti, e il 90% dei consiglieri non ha alcuna esperienza digital

Pubblicato il 27 Ott 2023

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Il 42% delle imprese italiane quotate in Borsa non ha alcun consigliere con competenze digitali nel proprio consiglio d’amministrazione, e se si dovesse quantificare la “quota digitale” all’interno dei board la percentuale si fermerebbe all’11%, mentre il 90% dei consiglieri non ha alcuna esperienza in ambito digital.

Sono i dati che emergono dallo studio “Competenze Digitali nei board delle società quotate: a che punto è la Digital Transformation in Italia?”, realizzato da Alkemy in collaborazione con Borsa Italiana  e Assonime, presentato a piazza Affari dal Ceo di Alkemy, Duccio Vitali.

Le opportunità del Pnrr per le competenze

“Interrogarsi sul grado di digitalizzazione delle nostre imprese è un modo per incrementare ulteriormente la consapevolezza su quanto lavoro ci sia ancora da fare. Il primo ostacolo restano le competenze – afferma Vitali – questo studio dimostra quanto chi ha in mano i processi decisionali sullo sviluppo delle aziende conosca ancora solo marginalmente il mondo del digitale, che invece è necessario  diventi il centro delle agende dei board”.

“Grazie al Pnrr – prosegue – sono in arrivo 20 miliardi di euro per la digital transformation, un’occasione unica che non possiamo sprecare. È necessario che queste risorse vengano impiegate in modo strategico e per farlo è importante aumentare le figure digitali nei top management e nei board. Solo in questo modo la digitalizzazione diventa una leva strategica per la creazione di valore”.

Gli obiettivi dello studio

Al centro della ricerca l’obiettivo di verificare quale sia il grado di digitalizzazione delle società quotate nel nostro Paese, e indagare sulla capacità delle aziende di canalizzare i fondi in arrivo verso progetti mirati alla digitalizzazione del sistema economico-produttivo nazionale.

“L’evento  spiega Alkemy in una nota – è stato l’occasione per stimolare una discussione costruttiva sui metodi e sulle strategie necessarie ad accelerare il processo di trasformazione digitale nel nostro Paese, affinché diventi una concreta leva di valore per le imprese in vista di un importante momento storico che ci vede impegnati nella gestione di un ingente numero di risorse per accelerare il processo di digitalizzazione in Italia, purtroppo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi membri dell’UE secondo l’indice Desi”.

Il campione e la metodologia della ricerca

La ricerca ha preso in considerazione le evidenze provenienti da 192 società italiane quotate in Borsa Italiana, suddivise in 8 macro-industry principali: automotive, industria, beni di consumo, energia, servizi finanziari, healthcare, media e servizi.

Il target dello studio condotto da Alkemy è composto da società quotate, ad esclusione degli emittenti inclusi nel mercato Euronext Growth, Global, delle società operanti nell’ambito Tech, telco e native digitali per un totale di circa 200 società in scope. Lo studio è stato effettuato mediante lo screening di cv pubblici dei consiglieri, identificando quelli con un background in Tech Company e/o ruoli digitali in aziende non digitali.

 

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