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Iva digitale, nuova fumata nera: resta contraria l’Estonia



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Dopo il no di maggio, Tallin non cambia linea. Il ministro delle Finanze, Mart Vorklaev: “Questa non è una tassa sulle piattaforme, ma sulle pmi che forniscono i loro servizi”. La palla passa all’Ungheria, prossima presidente di turno al Consiglio Ue

Pubblicato il 21 giu 2024

Federica Meta

Giornalista



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Ancora una fumata nera al Consiglio Ue per l’iva digitale. L’Estonia ha bloccato ancora una volta la riforma dell’Iva a livello Ue, che porterebbe a costi maggiori per piattaforme digitali che si occupano di affitti a breve termine, come Airbnb, e trasporto passeggeri. L’annuncio è arrivato da Vincent Van Peteghem, vice primo ministro e ministro delle Finanze del Belgio, in conferenza stampa a valle dell’Ecofin di oggi.

“Non siamo riusciti a trovare un accordo con l’Estonia – ha spiegato – Auspico che la prossima presidenza di turno ungherese riesca a fare meglio”. L’Ungheria assumerà la presidenza del Consiglio dal 1° luglio.

Il no dell’Estonia

A comunicare la contrarietà alla riforma elaborata dalla Commissione il ministro delle Finanze estone Mart Vorklaev all’arrivo a Lussemburgo per la riunione con i colleghi Ue, “Siamo contro la tassazione dei fornitori di servizi solo perché impiegano una piattaforma digitale”.

Non è la prima volta che il Paese baltico blocca la riforma dell’Iva digitale. Poco più di un mese fa, il 15 maggio scorso, Tallinn in occasione del vertice dei ministri delle Finanze Ue aveva votato contro.

Il timore è che le regole sull’Iva digitale si traducano in un aumento dei prezzi per i consumatori, addirittura del 25% per i servizi di home rental, come quelli di Airbnb, e di ride-sharing, come quelli di Uber e Bolt, la taxi app che ha sede proprio in Estonia.

“Questa non è una tassa sulle piattaforme, ma sulle piccole e medie imprese che forniscono i loro servizi sulle piattaforme – spiegava in quell’occasione Vorklaev – I costi saranno sostenuti dai clienti, che pagheranno un prezzo più alto quando prenoteranno servizi su queste piattaforme, e dalle Pmi, che non potranno detrarre l’Iva pagata. I nostri dubbi persistono e non possono essere ignorati”.

Iva digitale, cosa prevedono le nuove regole Ue

I tre testi legislativi vorrebbero adattare il sistema dell’Iva al contesto attuale, promuovendo l’uso delle fatture digitali nelle operazioni transfrontaliere e creando un registro unico per tutta l’Unione. La presidenza belga del Consiglio Ue ha preparato una proposta di compromesso sul pacchetto, ma l’Estonia ha bloccato l’approvazione con il veto.

Il regolamento obbligherebbe le grandi piattaforme dell’economia condivisa a riscuotere l’imposta per il valore aggiunto e a trasferirla alle autorità fiscali del Paese in cui operano,quando non viene fatto dai fornitori finali del servizio. Per l’Ue si tratta di un equo contributo fiscale da parte delle grandi piattaforme.

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