L’OSSERVATORIO POLIMI

In Italia in volata l’advertising online: +10% anche grazie alla GenAI



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Il giro d’affari verso i 5,4 miliardi. Noci: “Evoluzione tecnologica, nuove metriche e cambiamenti per la privacy incideranno in modo rilevante sulle strategie degli operatori del settore e sugli equilibri di mercato”

Pubblicato il 25 giu 2024



advertising Polimi

Il mercato pubblicitario italiano vale 10,2 miliardi di euro nel 2023, in crescita del 6% rispetto al 2022 e con Internet che consolida la prima posizione con una quota del 48% e un incremento del 9%. Seguono Tv (35% e +2%), out of home (7% e +13%), stampa (6% e -2%) e radio (4% e +8%). Internet conferma anche il ruolo trainante nella crescita del settore, con un valore che nel 2024 raggiungerà i 5,4 miliardi di euro (+10% o 500 milioni in più rispetto al valore consuntivo di fine 2023, pari a 4,9 miliardi). È quanto emerso dall’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano.

“Il panorama pubblicitario, in particolare l’Internet advertising, sta vivendo una profonda trasformazione in questi anni legata all’evoluzione tecnologica, ai cambiamenti derivanti dai temi della privacy e del tracciamento dell’utente e allo sviluppo di nuovi strumenti e metriche di misurazione, come il tema dell’attenzione. Tali dinamiche, tra cui in primis l’intelligenza artificiale, incideranno in modo rilevante sulle strategie degli operatori del settore e sugli equilibri di mercato dei prossimi anni”, ha sottolineato Giuliano Noci, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet Media.

Internet advertising: le Big tech verso l’82% del mercato

La crescita del valore dell’Internet advertising sarà, tuttavia, condizionata dalle performance di pochi operatori: nel 2024 aumenterà infatti la concentrazione del mercato e i grandi player internazionali raccoglieranno l’82% (+1 punto percentuale rispetto al 2023) degli investimenti pubblicitari complessivi.

“L’Internet advertising sembra ormai destinato a crescere anno su anno, trainato sempre più dal formato video, che quest’anno supererà i 2 miliardi di euro (+ 14%), aumentando la sua incidenza sul totale Internet (39%). L’andamento è in gran parte frutto degli investimenti allocati dagli advertiser alle applicazioni video, soprattutto sul grande schermo”, dichiara Denise Ronconi, Direttrice dell’Osservatorio Internet Media.

Nuovi touchpoint: Audio advertising e Branded podcast

Tra i formati che lavorano nella creazione di nuovi touchpoint c’è l’Audio advertising (+22% rispetto al 2023) che, nonostante sia ancora residuale in termini di raccolta (43 milioni di euro), attira un interesse crescente degli investitori, grazie alle sue caratteristiche intrinseche (come la fruizione lontana da uno schermo) che lo differenziano dagli altri formati pubblicitari online.

Anche guardando alle dinamiche dei consumatori si registrano movimenti interessanti nel mondo audio: “Abbiamo riscontrato una crescita rilevante dell’ascolto dei Branded podcast, dal 14% del 2023 al 23% del 2024 guidato soprattutto dalle giovani generazioni (35% tra la Gen Z)”, dichiara Antonio Filoni, Partner e Head of innovation and digital, Bva Doxa.“Il podcast prosegue la luna di miele con gli italiani digitali, dove oltre la metà degli attuali ascoltatori dichiara che ne aumenterà l’ascolto”.

Intelligenza Artificiale, attenzione ai bits

Se l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mercato pubblicitario negli scorsi anni riguardava principalmente finalità di analisi e gestione dei dati e comprensione dei testi, con l’evoluzione dell’Ai generativa le opportunità per il settore si sono ampliate significativamente.

L’Osservatorio del Polimi, sottolinea, tuttavia, alcuni elementi di attenzione nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, come la necessità di evitare bias cognitivi (addestrando gli algoritmi tramite dati accurati e rappresentativi del segmento di popolazione che si desidera raggiungere), il monitoraggio continuo per evitare attività di marketing dannose, e la corretta gestione del consenso nell’utilizzo e manipolazione di determinati soggetti e immagini (per garantire la sicurezza e tutelare la privacy delle persone, ma anche per evitare la realizzazione di campagne false e fraudolente).

La consapevolezza crescente delle minacce alla privacy e le attenzioni rivolte da parte delle varie Autorità europee hanno inoltre portato nel tempo alcune tra le più importanti industrie tech a riconsiderare il loro approccio al tracciamento online. Questi interventi rendono prioritario per l’industry l’adozione di soluzioni alternative – cookieless e privacy compliant – per la targetizzazione degli utenti al fine di garantire l’addressability pubblicitaria nel nuovo panorama che si sta sempre più delineando all’interno del mercato.

La privacy e le nuove soluzioni del targeting

Ad oggi la filiera è pronta ad offrire soluzioni alternative e valide in questo rinnovato contesto pubblicitario: dalle soluzioni di targeting comportamentale, come gli Identificatori universali, deterministici o probabilistici – in grado di associare centinaia di touchpoint del singolo cliente su canali offline e online, piattaforme e dispositivi – a quelle di contextual targeting e miste, come le soluzioni di audience basate sull’Ai, che sfruttano entrambe le tipologie di dato.

Infine, per quanto riguarda le Attention metrics, nell’ultimo anno il tema è stato al centro di diversi dibattiti e tavoli di lavoro all’interno dell’industria pubblicitaria. Riguardo l’aspetto definitorio, gli sforzi profusi negli ultimi 12 mesi hanno portato a identificare cinque aree di riferimento per le metriche legate all’attenzione di formati visuali, che seguono le fasi del processo cognitivo di un utente: la Viewability, ovvero gli indicatori che riguardano il posizionamento dell’ad; la parte visiva dell’attenzione, che si rappresenta con metriche di frequenza o tempi di fissazione; la parte interattiva dell’attenzione, rappresentata dall’ingaggio dell’utente verso l’advertising e misurata con metriche; le metriche di sintesi dell’attenzione, come l’Attention score e l’Apm (Attentive impressions per mille); le metriche di impatto, come tasso di ad-recall e Top of mind.

Nuovi sviluppi nelle Attention metrics

Gli sviluppi desiderati dagli advertiser per il futuro delle metriche di attenzione riguardano in primis la possibilità di scalare questo tipo di misurazione anche su altri ambienti come Ott (contenuti distribuiti via Internet dai grandi player internazionali), app e media tradizionali (Tv, out of home e audio). Questo porterebbe alla creazione di un circolo virtuoso capace di ridurre l’Ad clutter, ovvero la sovraesposizione giornaliera dell’utente a comunicazioni di advertising, e di aumentare la qualità dell’inventory pubblicitaria.

“Per abilitare questi elementi, la quasi totalità degli inserzionisti oggi richiede una definizione dell’attenzione condivisa che riesca a sintetizzare un’offerta ampia e plurale e, di conseguenza, poter ottenere una currency a livello di mercato per avere termini di paragone diffusi e acquistare spazi in logica programmatica su base attention. In aggiunta a questo, un importante sforzo dovrà ancora essere dedicato agli elementi fondativi dell’attenzione nell’ambito adv: dagli aspetti definitori agli aspetti metodologici di misurazione, fino ad arrivare all’esplorazione dei rapporti causa-effetto tra l’attenzione e le risposte fisiologiche, di brand e di business”, ha concluso Nicola Spiller, Direttore dell’Osservatorio Internet Media.

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