Innovazione, appello di Cdti: “E’ ora di fare politica industriale”

La ricetta del Club dei Dirigenti delle Tecnologie dell’Informazione per far ripartire il Paese: “Bisogna semplificare le regole e spingere sulla domanda. Centrale il ruolo di driver della PA”

Pubblicato il 30 Nov 2015

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Il 17 dicembre prossimo i Soci del Club dei Dirigenti delle Tecnologie dell’Informazione (CDTI) di Roma si ritrovano per la tradizionale cena natalizia in uno dei due appuntamenti plenari che nel corso dell’anno rappresentano per il Club momenti particolarmente importanti per uno scambio di auguri e per fare il punto sulla situazione del mondo dell’ICT romano. Ogni Gruppo di Lavoro (GdL) del CDTI è chiamato a fornire un breve resoconto delle attività svolte, cosa che mi accingo a fare a nome del GdL “PMI&Appalti”, la cui attività inizia nel 2014 per costruire un osservatorio sulle problematiche che le PMI continuano ad incontrare nel loro rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Più specificatamente l’intenzione iniziale fu quella di capire quali fossero le dinamiche di questa relazione e sopra tutto di approfondire se le procedure di gara della PA fossero in grado di stimolare efficacemente l’innovazione tutelando al contempo tutti gli attori in campo senza discriminazioni a danno delle PMI. La sintesi di queste attività è stata presentata pubblicamente in due occasioni, rispettivamente il 13 giugno 2014, data del primo convegno e il 10 giugno 2015, quella del secondo, che hanno visto la partecipazione di molti operatori del settore e che hanno offerto un confronto ricco ed articolato con importanti esponenti sia del mondo politico sia della pubblica amministrazione.

Due anni molto impegnativi che hanno portato il Club, da un lato, ad esprimere la propria “linea”, poi raccolta in un Position Paper e, dall’altro, ad inserire molto autorevolmente il nostro Club tra i soggetti più accreditati nel confronto economico e politico con tutte le diverse parti sociali.

La sintesi del nostro lavoro è estremamente precisa: compete alla responsabilità di tutte e tre i principali attori, aziende, pubblica amministrazione e politica fare ogni sforzo per cambiare questa grave situazione.

Senza fare sconti a nessuno abbiamo deciso di partire da noi, cioè dal mondo imprenditoriale. Il nostro GdL ha chiarito in maniera inequivocabile nei documenti che ha elaborato che spetta alle PMI dar vita ad una nuova stagione in cui le imprese devono dimostrare di essere capaci di uscire dalle strettoie e dalle deviazioni di una “economia tribale” per andare verso un “rinnovamento” industriale, che sposti il piano della competizione in maniera esclusiva sulla qualità delle offerte, dei valori distintivi e della eccellenza dei sistemi di competenze. L’auspicio è che altrettanto impegno sia profuso da coloro che impostano e definiscono le strategie di investimento e di approvigionamento delle Amministrazioni e degli Enti pubblici. Chiediamo loro di assumersi l’onere di cambiare “la politica della domanda”.

Nessuno chiede cortesie, anzi nessuno di noi le vuole, consapevoli che richieste di questo tipo inquinano e deformano i rapporti, falsando la realtà. Non solo. Vogliamo una competizione in cui non ci siano vantaggi per nessuno, ma neanche handicap per chicchessia. Ci teniamo a ribadire che la PA deve avere il coraggio di cominciare a mettere in discussione le procedure attuali, modificando il registro. Parallelamente le imprese devono cambiare le modalità e le vesti con cui ci si relaziona con il mondo pubblico.

Questa consapevolezza ha portato venti imprenditori a rispondere con grande decisione e determinazione all’invito che il CDTI ha rivolto alle aziende; si sono incontrati, come detto, presso la sede del Club nel mese di ottobre per verificare quali possano essere le strade per arrivare alla costruzione di nuovo soggetto imprenditoriale. La dimensione di questo aggregato porta già a raggiungere un livello compreso tra 60 e 75mln€ di ricavi che possono ulteriormente lievitare, viste le numerose richieste di ulteriori adesioni da parte di molti altri imprenditori venuti a conoscenza dell’iniziativa. Ma non basta! Siamo infatti convinti che “senza una azione corale non se ne potrà uscire”.

Per questa ragione abbiamo proseguito con grande decisione anche l’azione sul “fronte” della politica. Abbiamo fatto una serie di proposte riguardanti la disciplina degli appalti, indirizzandole sia al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sia al Ministero dell’Economia oltre che ad esponenti del Parlamento Italiano. Sempre a sostegno dello sviluppo delle PMI abbiamo anche elaborato una serie di proposte migliorative della Legge di Stabilità. In estrema sintesi alla politica abbiamo continuato a chiedere due cose “una grande semplificazione delle regole e la impostazione di una politica industriale”.

Resta ancora molto da fare. Per questa ragione continueremo ad incalzare sia i Responsabili della PA cui chiediamo, in quanto parte della classe dirigente del Paese, di dare “una sterzata che contribuisca, con i capitolati, a cambiare direzione e verso per costruire una vera innovazione competitiva ” sia la Politica, perchè il Paese ha bisogno di indirizzi programmatici chiari, capaci di sostenere sviluppo e innovazione che favoriscano al contempo la partecipazione equilibrata di tutte le imprese senza gerarchie soffocanti e discriminanti.

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