“Il Piano Industria 4.0 rappresenta per l’Italia un’occasione importante non solo per recuperare il ritardo sulla digitalizzazione ma soprattutto per entrare a pieno titolo nell’economia digitale”: Parola di Fabio Vaccarono, numero uno di Google Italia. Il manager che considera “ottimo” il Piano del ministro Carlo Calenda evidenzia “i caratteri distintivi del nostro Paese”: “Siamo bravi nella personalizzazione, il made in Italy è un ‘brand’ ricercatissimo e anche sulla qualità siamo messi bene”, ha detto il manager a Roma in occasione dell’Android Innovation Day.
Di qui al 2020, ha detto Vaccarono dati alla mano, a livello globale si stimano fra i 5 ed i 6 miliardi di persone collegate alla Rete e fra i 25 e i 30 miliardi di device connessi: “Saremo praticamente circondati da oggetti smart – ha detto – e di fatto ogni business è destinato a diventare un ‘internet business’ e un global business. Già oggi peraltro il 25% della crescita anno su anno del Pil delle principali economie viene dal digitale”. Secondo Vaccarono per l’Italia una delle sfide maggiori sarà la riconversione dei settori tradizionali: “La mission di Google è proprio quella di aiutare la migrazione e far comprendere alle aziende i vantaggi di Industria 4.0 per il loro business. Ci candidiamo a piattaforma per l’internazionalizzazione e lo story telling”. Riguardo alla questione Pmi “il problema non sono le dimensioni – ha puntualizzato il manager – ma la capacità di innovare. Si può essere nicchie vincenti, ma a patto di una riconversione culturale. In Italia stiamo assistendo a un vero e proprio paradosso: il 30-40% degli imprenditori non considera Internet fondamentale ai fini del proprio business. Poi però circa il 30% di aziende si lamenta di non trovare personale adeguato per la sfida digitale. I numeri non tornano, ed ecco perché serve il salto culturale”.
All’Android Innovation Day fra gli ospiti istituzionali i politici Stefano Quintarelli (Scelta Civica) dell’Intergruppo Innovazione e Lorenzo Basso (Pd), relatore dell’Indagine conoscitiva della Camera su Industria 4.0.
“Il digitale sta diventando la principale interfaccia utente per le relazioni economiche e sociali”, ha detto Quintarelli. Chi governa l’interfaccia è dunque importante e di fatto diventa un intermediario mentre prima era abilitatore. È importante dunque assicurare la libera scelta del consumatore, non in maniera ‘punitiva’ nei confronti di qualcuno ma garantendo i diritti incluso quello del mercato di poter competere ad armi pari”.
Da parte sua Basso ha invitato a “non sottovalutare i punti di eccellenza dell’Italia, fra cui la capacità di creare e quindi di innovare”. È vero che ancora molte aziende non hanno capito il valore dell’innovazione ma è anche vero che l’innovazione ha bisogno di tempi lunghi affinché si raccolgano i frutti degli investimenti. Il Piano Industria 4.0 rappresenta una chanche importante: non bisogna pensare di partire da zero ma bisogna sfruttare le piattaforme e gli strumenti esistenti personalizzandoli anche e soprattutto facendo leva sulla cultura del territorio”.