STRATEGIE

Industria 4.0, la Ue: “Digitalizzazione priorità strategica”

La Commissione risponde a cinque Paesi, tra cui l’Italia, che chiedono azioni più incisive: “Tutte le politiche sono già orientate a far ripartire il manifatturiero. Non serve un piano ad hoc”. Conto alla rovescia per l’Industry Day

Pubblicato il 27 Feb 2017

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La Commissione Ue “accoglie con favore” l'”input” della lettera dei ministri dell’industria di Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia, a cui darà adeguata “attenzione”, ma non ritiene necessario un Piano ad hoc per il settore. La Commissione europea risponde così alla sollecitazione arrivata dai più importanti Paesi manufatturieri che chiedono un cambio di passo per rilanciare il comparto. “Tutte le politiche” Ue sono infatti già orientate a sostegno dell’industria. L’Industry Day in programma domani a Bruxelles costituirà “un’opportunità” per dibattere la questione nel suo complesso, spiega un portavoce della Commissione all’Ansa, ricordando che l’industria è “al centro delle priorità politiche del presidente Juncker”.

“Accogliamo con favore tutti gli input alle nostre riflessioni su come l’industria possa dispiegare il suo pieno potenziale con il sostegno degli stati membri e delle istituzioni Ue”, per questo, ha sottolineato il portavoce, “aspettiamo con impazienza di leggere la lettera e ovviamente la valuteremo con attenzione”. Bruxelles è consapevole dei “cambiamenti maggiori che arrecano disturbo” al settore Ue ma, si sottolinea, “non c’è bisogno di un documento chiamato Piano d’azione industriale per fare le politiche industriali”. Tutte le nostre politiche”, ha ancora sottolineato il portavoce della Commissione, “sono tarate per sostenere la transizione dell’industria verso la nuova era dell’economia industriale”: dal Piano Juncker alla digitalizzazione, dall’efficienza energetica alle competenze professionali. Ci sono poi iniziative specifiche come quella sulla difesa, lo spazio, le industrie energivore, e le auto verdi e connesse, oltre alla revisione delle regole sugli aiuti di stato e il rafforzamento delle misure anti-dumping. Quindi “molti sforzi e denaro” targati Ue per modernizzarla. Per questo, secondo la Commissione, “le opportunità sono qua pronte per essere abbracciate dall’industria”. L’Industry Day di domani, a cui parteciperanno i commissari Katainen, Bienkowska e Moedas oltre a più di 400 attori politici e industriali, le parti sociali tra cui il presidente di BusinessEurope Emma Marcegaglia e Stefan Pan di Confindustria, sarà “un’opportunità per discutere come possiamo assicurare un’industria pulita e moderna che investe, innova e prospera in Europa”.

Paesi europei a forte vocazione manifatturiera chiedono un cambio di passo sulle politiche industriali. Secondo Germania, Francia, Italia, Polonia, Spagna, finora la Commissione Ue su questo tema ha fatto meno di quanto si potesse o almeno di quanto richieda una fase storica particolarmente difficile, stretta tra crisi economica e aggressività dei Paesi terzi. Non si può sottovalutare – è la tesi contenuta nell’Opinion Paper che verrà presentato domani a Bruxelles – che il settore esprime tre quarti dell’export europeo e occupa 34 milioni di persone. Il documento indica alcune priorità. Si parte dalla politica commerciale, da rilanciare in una chiave equilibrata e nel rispetto del principio di reciprocità.

L’Europa è poi chiamata a una riflessione seria anche sugli investimenti esteri, per accogliere quelli stranieri sulla base della reciprocità di regole, soprattutto per quanto proviene da economie non di mercato. Lo stesso principio della parità di trattamento viene evocato a proposito dell’accesso agli appalti pubblici.

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