INNOVAZIONE

Fintech, faro di governo e parlamento: prime norme in manovra

Tavolo di confronto al Mef con gli operatori di settore: si punta a un Open Innovation Act da collegare alla legge di Stabilità. A settembre via all’indagine conoscitiva della Camera. Obiettivo: elaborare la prima legge italiana sulla tecnofinanza

Pubblicato il 01 Ago 2017

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Potrebbero arrivare in autunno le prime norme pro-fintech. La scorsa settimana il ministero dell’Economia avrebbe avviato un tavolo di confronto con i principali operatori del settore per individuare possibili aree di azione. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a confezionare delle regole ad hoc già in autunno con la legge di Stabilità: si punterebbe ad inserirle un collegato, una sorta di Open Innovation act.

Contestualmente la commissione Finanze della Camera ha avviato per la prima volta un’indagine conoscitiva sulla tecnofinanza, promossa dal deputato Pd Sebastiano Barbanti. I lavori della commissione inizieranno a settembre quando è prevista anche la seconda riunione del tavolo Mef.

Lunga la lista delle audizioni che si susseguiranno: mnistero dell’Economia, ministero dello Sviluppo economico, Banca d’Italia, Consob, Ivass, Autorità garante per la protezione dei dati personali, Abi. E ancora: Ania, soggetti operanti nel settore della tecnologia finanziaria, istituzioni bancarie e finanziarie, soggetti finanziatori, associazioni di tutela dei consumatori, esperti e studiosi del settore. L’indagine sfocerà in documento sulla quale costruire eventualmente la prima legge italiana sul Fintech.

“Che il modello disruptive evidenziato dalle Fintech avrà un impatto rilevante lo dimostra il confronto con altri settori che si sono già scontrati con la rivoluzione digitale: basti pensare a musica, viaggi e video – si legge nella relazione di Barbanti – In soli 10 anni abbiamo visto nascere ed imporsi alla quotidianità siti come itunes o Spotify, Expedia o Booking, Netflix. Chi si è mosso prima e meglio ha visto crescere i profitti ed ha dato vita ad un mercato molto concentrato: se nel mercato ‘fisico’ le 3 maggiori imprese costituivano il 45% del settore, nel nuovo mondo rappresentano l’80%”. In Cina società come Alipay e Tencent hanno ormai un numero di clienti paragonabile a quelli degli istituti classici e se nel 2010 gli investimenti privati in società fintech erano pari a 1,8 miliardi di dollari, nel 2015 sono cresciuti sino alla cifra di 19 miliardi

Secondo il deputato dem “è quindi necessario prendere atto della situazione attraverso l’avvio di un’indagine conoscitiva che abbia come protagonisti nel ciclo di audizioni tre categorie: i player di mercato, i finanziatori e le istituzioni. Le finalità sono relative a lla conoscenza del settore, al suo impatto sull’ecosistema finanziario-bancario, alla possibile normativa da implementare per tutelare i risparmiatori, ridurre rischi sistemici, creare un contesto favorevole per l’ingresso di nuovi capitali dall’estero, favorire lo sviluppo dell’innovazione nel settore”.

Focus anche sulla tutela dei risparmiatori. “Nuovi paradigmi, nuovi mercati, nuovi canali necessitano però adeguate normative al fine di garantire la tutela dei risparmiatori, la privacy dei dati personali trattati, di know your customer (è interessante a tal proposito lo stanziamento di 500mila euro da parte della Commissione Europea per l’istituzione di un osservatorio sulla Blockchain) e di antiriciclaggio di denaro”. A conti fatti, l’obiettivo è “l’elaborazione di una cornice normativa in grado di garantire la pacifica convivenza tra operatori tradizionali e le nuove startup del Fintech”.

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