DIGITAL SINGLE MARKET

Bruxelles spinge sulla data economy, in ballo 740 miliardi

Addio alle pratiche di vendor lock-in: la Commissione Ue complementa il Gdpr con una nuova proposta sul libero flusso dei dati non personali che incentiva i servizi cloud europei. Nel 2020 il turnover potrebbe raddoppiare fino a valere il 4% del Pil Ue

Pubblicato il 19 Set 2017

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Per sfruttare appieno il potenziale dell’economia dei dati nell’Ue, la Commissione europea ha proposto una nuova serie di norme per disciplinare il libero flusso di dati non personali nell’Unione. Insieme alle disposizioni sui dati personali in vigore, le nuove misure consentiranno l’archiviazione e l’elaborazione dei dati non personali in tutta l’Ue abolendo i requisiti in materia di localizzazione, ma preservando il diritto delle autorità competenti di accedere ai dati per i controlli previsti dalla legge. L’obiettivo del libero flusso per i dati non personali è rafforzare la competitività delle imprese europee e modernizzare i servizi pubblici nel quadro di un Digital Single Market che abbraccia anche i servizi dati. L’abolizione delle restrizioni alla localizzazione dei dati (le cosiddette pratiche di vendor lock-in) è considerata il fattore più importante per consentire alla data economy europea di raddoppiare il proprio valore fino al 4% del Pil nel 2020, ovvero 739 miliardi di euro.

Le nuove norme apriranno la strada a un vero e proprio mercato unico dell’Ue dell’archiviazione e dell’elaborazione dei dati, creando un settore europeo di servizi cloud competitivo, sicuro e affidabile e riducendo i prezzi per gli utenti dei servizi di archiviazione ed elaborazione dei dati. Generando fiducia nel settore grazie a norme certe, la Commissione intende spingere le imprese europee a ricorrere più frequentemente ai servizi cloud. Le imprese potranno inoltre spostare le proprie risorse informatiche interne nei luoghi più convenienti sotto il profilo dei costi. In ultima analisi si prevede una crescita aggiuntiva del Pil dell’Ue pari a 8 miliardi di euro all’anno.

“L’economia digitale europea è ancora profondamente spaccata lungo linee nazionali chiuse, il che impedisce una più ampia crescita digitale dell’Europa”, ha detto Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale. “La nostra proposta, insieme alle norme dell’Ue sulla protezione dei dati personali, consentirà la libera circolazione di tutti i tipi di dati nel mercato unico. Grazie al libero flusso dei dati le Pmi e le start-up potranno sviluppare nuovi servizi innovativi e accedere a nuovi mercati”.

“Per garantire il successo dell’Europa nella nuova era dell’economia digitale, occorrono norme sulla circolazione dei dati solide e prevedibili”, ha aggiunto Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali. “L’abolizione degli ostacoli ai flussi transfrontalieri è essenziale per un’economia dei dati europea competitiva.”

Il quadro proposto dalla Commissione Ue si compone di alcuni elementi chiave. Il primo è il principio del libero flusso transfrontaliero di dati non personali: gli Stati membri non possono più imporre alle organizzazioni di localizzare l’archiviazione o l’elaborazione dei dati all’interno dei propri confini. Le restrizioni saranno giustificate soltanto per motivi di pubblica sicurezza. Gli Stati membri saranno tenuti a comunicare alla Commissione i requisiti già in vigore o nuovi in materia di localizzazione dei dati. Ciò renderà più facile e meno costoso per le imprese operare a livello transfrontaliero senza dover duplicare i sistemi informatici o salvare gli stessi dati in luoghi diversi.

Secondo pilastro della strategia è il principio della disponibilità dei dati per i controlli previsti dalla legge: il libero flusso dei dati non personali non pregiudicherà gli obblighi delle imprese e delle altre organizzazioni di fornire determinati dati per i controlli previsti dalla legge; anzi le autorità competenti potranno esercitare i diritti di accesso ai dati indipendentemente dal luogo di archiviazione o elaborazione nell’Ue.

Si prevede infine l’elaborazione di codici di condotta a livello dell’Ue per abolire gli ostacoli che impediscono di cambiare fornitore di servizi di archiviazione sul cloud o di ritrasferire i dati nei sistemi informatici degli utenti. Si istituisce infine per ciascuno Stato membro un punto di contatto unico, che funge da collegamento con i punti di contatto degli altri Stati membri e la Commissione al fine di garantire l’effettiva applicazione delle nuove norme sul libero flusso dei dati non personali.

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