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D’Ambrosio: “Grillo offensivo sui call center”

Il presidente di Assocontact risponde al leader del Movimento a 5 Stelle che aveva parlato di “non-lavoro”: “Parole che ledono la serietà e la competenza che i lavoratori mettono a disposizione”

Pubblicato il 28 Gen 2013

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“Affermazioni gravi che screditano il settore”. Luca D’Ambrosio, presidente di Assocontact, risponde così alle parole di Beppe Grillo, leader del Movimento a 5 Stelle, che aveva definito il lavoro nei call center un “non-lavoro”. Secondo D’Ambrosio l’affermazione di Grillo “è offensiva nei riguardi delle 80.000 famiglie che vivono di questo”.

“È offensivo della serietà e della competenza che i lavoratori mettono a disposizione dei cittadini che, quando hanno un problema chiamano e magari se la prendono anche con chi risponde al telefono – sottolinea il presidente di Assocontact in una lettera aperta indirizzata a Grillo – Certo, probabilmente vivendo una vita agiata come la sua non avrà mai avuto la necessità di chiamare personalmente per un problema al cellulare, alla linea fissa di casa, per la corrente elettrica, o magari solo perché voleva acquistare un film”.

“Se lo avesse fatto si sarebbe accorto che chi le rispondeva faceva un lavoro moderno ed utile, un lavoro che sta sostituendo man mano le migliaia di posti di lavoro che ogni anno vengono persi per via dell’informatizzazione e del web”.

D’Ambrosio ricorda a Grillo che “se avesse davvero a cuore il nostro paese forse prima di sparar sentenze avrebbe cercato di capire che il nostro lavoro è uno dei pochi che, pur faticosamente, sta reggendo questa crisi terribile.”.

“Ma come hanno fatto tutti gli altri politici prima di Lei – evidenzia D’Ambrosio – ha scelto di parlare dei call center solo perché c’è stato un film che li ha demonizzati anni fa e adesso fa comodo ricordarli come erano allora e non per cosa sono oggi, perché nel primo caso si fa notizia mentre nel secondo c’è un’opportunità da cogliere e, ovviamente, le opportunità non fanno notizia”

“Forse è per questo che il governo, come lei impegnato solo su questioni estetiche, non solo non è mai riuscito a valorizzare un comparto importante, ma lo ha addirittura penalizzato riempiendolo di tasse e balzelli che lo rendono sempre meno competitivo, come se non bastasse avere un costo del lavoro che incide fino al 70% dei ricavi”.

“Ma forse i settori industriali, più modernamente definiti labour intensive, quelli che creano primo impiego ed occupazione, quelli che formano i nostri giovani ad un impiego futuro, non Le interessano, come non interessavano al nostro governo in precedenza”.

“Tutti troppo presi a far politica per voler davvero risolvere i problemi di questo nostro paese – conclude il numero uno di Assocontact – D’altronde fa più rumore un albero che cade piuttosto che una foresta che cresce”.

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