IL REPORT

Digital Decade, a che punto è l’Italia? Ecco tutti i kpi



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Secondo la Commissione Ue il nostro Paese sta facendo rapidi progressi sul fronte della connettività ma serve un’ulteriore spinta sulle Vhcn e bisogna potenziare le infrastrutture con le capacità di cloud ed edge computing. Necessario migliorare la qualità del servizio 5G per spingere i casi d’uso avanzati in particolare nel B2B

Pubblicato il 3 lug 2024



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A che punto è l’Italia rispetto ai target del Digital Decade, il Decennio digitale dell’Unione europea? Secondo il Country report della Commissione Ue (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO), che mette sul piatto tutti i kpi chiave per valutare le performance del Paese sul fronte digitale, emerge che l’Italia “ha un potenziale inespresso per gli obiettivi e i traguardi del Decennio digitale, in vista di una digitalizzazione di successo che favorisca la competitività, la resilienza, la sovranità, i valori europei e l’azione per il clima. Nel 2023, l’Italia ha compiuto progressi nell’ambito dell’e-government, in particolare nella sanità elettronica e nei servizi pubblici digitali fondamentali per le imprese, e ha continuato a progredire nell’installazione delle reti gigabit. Tuttavia, nonostante alcuni progressi, permangono sfide particolarmente importanti per quanto riguarda le competenze digitali, mentre le imprese italiane sono in ritardo nell’adozione di tecnologie avanzate come l’AI“.

“L’Italia – aggiunge il report – può contare sull’espansione della propria infrastruttura digitale, favorita dalle risorse disponibili nell’ambito del Pnrr, oltre che su un buon livello di digitalizzazione di base delle pmi. Il Paese sta inoltre emergendo come attore chiave nello sviluppo delle tecnologie quantistiche, mentre gli investimenti nel settore strategico dei semiconduttori stanno diventando sempre più importanti. Tuttavia, ci sono delle carenze, in particolare nell’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) da parte delle imprese italiane e sono ancora necessari sforzi per raggiungere la connettività a livello nazionale e rafforzare gli investimenti nei settori strategici”.

Le raccomandazioni: focus su twin transition e decarbonizzazione

In particolare, la Commissione esorta l’Italia ad agire in futuro su alcuni fronti chiave: continuare e intensificare gli sforzi per unire la transizione verde e quella digitale, sfruttando anche le tecnologie avanzate e scalando le iniziative di successo; sviluppare un approccio coerente al gemellaggio tra la transizione digitale e quella verde (in primo luogo, promuovere il miglioramento dell’efficienza energetica e materiale delle infrastrutture digitali, in particolare dei centri dati; in secondo luogo, sostenere lo sviluppo e la diffusione di soluzioni digitali che riducano l’impronta di carbonio in altri settori, come l’energia, i trasporti, gli edifici e l’agricoltura, compresa l’adozione di tali soluzioni da parte delle pmi); monitorare e quantificare le riduzioni delle emissioni delle soluzioni digitali impiegate, in linea con le indicazioni dell’Ue e con il supporto della metodologia sviluppata dalla European Green Digital Coalition, in vista dello sviluppo di politiche future e dell’attrazione di finanziamenti pertinenti.

Il ruolo dell’Italia nella costruzione della leadership tecnologica Ue

Questo il punto sui kpi chiave relativi all’Italia, in vista della costruzione della leadership tecnologica Ue.

Connettività

Nonostante la dinamica positiva, l’Italia ha margine di miglioramento per contribuire all’obiettivo del decennio digitale dell’Ue in materia di Vhcn. La copertura rimane inferiore alla media dell’Ue e persiste il divario urbano-rurale. Nel 2023, la copertura Vhcn/Fttp7 si attestava al 59,6%, con un aumento dell’11% rispetto al 2022, ma ancora al di sotto delle medie dell’Ue (78,8% per Vhcn e 64% per Fttp). Nelle aree rurali, la copertura Vhcn/Fttp scende al 37,7% (la media Ue è del 55,6% per Vhcn e del 52,7% per Fttp). Nonostante il rallentamento del tasso di crescita, si registra una dinamica positiva per la diffusione di Vhcn/Fttp, che ha continuato ad aumentare nel 2023. La diffusione ha raggiunto un punto di inflessione prima del previsto, probabilmente a causa della maggiore attenzione alle aree meno densamente popolate, dove l’implementazione è più costosa e complessa. Parallelamente, la diffusione nelle aree nere ha ristagnato, a causa di vincoli quali la mancanza di forza lavoro specializzata. Secondo l’AgCom, la maggior parte delle lacune di copertura rimane attualmente nelle aree nere (19,8%), seguite dalle aree grigie (14,8%) e bianche (5,8%).

Anche la quota di adozione della banda larga fissa veloce sta aumentando, anche se rimane limitata. Nel 2023, la quota di abbonamenti alla banda larga fissa che garantiscono velocità di connettività pari o superiori a 1 Gbps si attesta al 19,3% (in aumento rispetto al 14,7% del 2022 e leggermente superiore alla media Ue del 18,5%). L’Italia punta a raggiungere il 100% di copertura Vhcn entro il 2026, in anticipo rispetto all’obiettivo Ue del 2030. Rimane un obiettivo ambizioso in considerazione dell’attuale rallentamento della crescita e del fatto che le ultime implementazioni potrebbero rivelarsi più difficili da raggiungere. “Il raggiungimento dell’obiettivo – scrive la Commissione – richiederà un’attuazione rapida e solida degli investimenti previsti, finora colpiti da ritardi, e un’azione sostenuta da parte degli operatori di mercato”.

5G

L’Italia offre un contributo molto forte all’obiettivo del decennio digitale dell’Ue di copertura 5G nelle aree popolate. L’Italia ha raggiunto una copertura 5G a livello nazionale nel 2022 e ha registrato un valore del 99,5% nel 2023. Inoltre, l’88,3% delle abitazioni italiane è coperto dalla banda 3,4-3,8 GHz (la media Ue è del 50,6%), che consente applicazioni avanzate che richiedono un’ampia larghezza di banda dello spettro. L’adozione del 5G è leggermente inferiore alla media Ue e complessivamente limitata: Le carte sim 5G sono circa il 20,4% della popolazione (la media Ue è del 24,6%). Nel 2023 non sono state effettuate nuove procedure di assegnazione dello spettro armonizzato nell’UE, ma l’AgCom ha adottato diverse misure volte a razionalizzare l’uso dello spettro. I limiti di campo elettromagnetico (Cem) sono stati aumentati da 6 V/m a 15 V/m. Sebbene questa nuova misura fissi ancora i valori al di sotto dei rispettivi limiti raccomandati a livello europeo (Raccomandazione del Consiglio 1999/519/CE), si prevede che abbia un impatto positivo significativo sulla diffusione e sul funzionamento della rete 5G.

In generale, sono stati compiuti passi avanti verso misure che promuovono le applicazioni 5G, ma la loro piena attuazione rimane importante per rispondere alla raccomandazione formulata nella relazione dello scorso anno che chiedeva di consolidare “i significativi risultati raggiunti nella connettività mobile, in particolare per le applicazioni avanzate”.

Semiconduttori

Il settore dei semiconduttori in Italia si distingue come uno dei più importanti in Europa. Ciò è dovuto principalmente al ruolo svolto da un’azienda leader nel mercato, ma anche alla presenza di imprese più piccole e altamente specializzate nei semiconduttori che arricchiscono il panorama industriale, come ad esempio nelle apparecchiature di produzione. Nel 2023, il governo italiano ha intensificato l’attenzione su questo settore, promuovendo gli investimenti nei semiconduttori anche attraverso lo stanziamento di risorse per il Fondo Microprocessori e crediti d’imposta alle imprese. Il sostegno del governo è accompagnato da crescenti investimenti privati.

Nodi edge

L’analisi dei primi dati dell’Osservatorio Edge27 stima che il numero di nodi edge distribuiti in Italia sia pari a 77. Questo valore rappresenta il 6,5% di tutti i nodi edge. Questo valore rappresenta il 6,5% di tutti i nodi edge stimati nell’UE nel 2023 e si colloca ben al di sotto di altri Paesi dell’Ue come Francia e Germania. L’Italia fornisce una traiettoria nazionale preliminare per i nodi edge nella sua roadmap, con l’obiettivo di distribuire 946 nodi edge nel 2030. L’ambiziosa traiettoria è in linea con le dimensioni del Paese e con l’ampiezza del mercato e potrebbe essere influenzata da investimenti mirati in settori specifici che sfruttano le tecnologie di edge computing. È in corso una mappatura dei data center esistenti, i cui risultati contribuiranno a stimare meglio la situazione e la traiettoria. Sono in corso anche nuove iniziative legislative sull’uso delle infrastrutture e dei servizi edge per le pubbliche amministrazioni.

La Strategia per la banda larga 2023-2026 prevede misure a sostegno della creazione di una rete di Edge-Cloud Computing, ma non sono chiari i piani di implementazione operativa.

Tecnologie quantistiche

L’Italia ha fissato un obiettivo ambizioso per l’informatica quantistica: costruire 5 computer quantistici entro il 2030. L’obiettivo è sostenuto da centri di eccellenza in questo settore e da numerosi progetti che contribuiscono allo sviluppo di capacità Hpc e quantistiche.

Risorse ancora non sufficienti per centrare i target

L’Italia destina al digitale il 25,6% del suo Piano di ripresa e resilienza (47 miliardi di euro), il che rappresenta un’opportunità significativa, ma rimane insufficiente per raggiungere pienamente gli obiettivi del Decennio digitale e richiede una forte attenzione all’attuazione e all’allineamento con i vari piani strategici esistenti. Questo quanto dichiara la Commissione, tracciando nel complesso il quadro nazionale.

“Negli ultimi anni – puntualizza il report -, anche sulla base del Piano di ripresa e resilienza, l’Italia ha messo in atto sforzi significativi per la trasformazione digitale del Paese, intensificando le iniziative per digitalizzare la pubblica amministrazione, sostenere la digitalizzazione delle imprese e migliorare le competenze digitali in tutto il Paese. Inoltre, l’Italia può contare su una solida base in settori come i semiconduttori, l’edge computing e la quantistica, che sono fondamentali per la posizione e la leadership tecnologica del Paese. Secondo lo Speciale Eurobarometro “Decennio digitale 2024”, il 71% degli italiani ritiene che la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati quotidiani stia facilitando la loro vita (73% nell’Ue), un dato che deve essere migliorato coinvolgendo tutti i cittadini”. In questo scenario, si conclude, “anche la partecipazione a iniziative congiunte con altri Stati membri dell’UE rimane fondamentale”.

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