“La tecnologia applicata alla realizzazione di reti elettriche sempre più intelligenti è una componente fondamentale per ridurre i costi. In questo senso, Terna è molto attenta all’evoluzione tecnologica nel settore delle rinnovabili, in particolare a quello che farà la Germania con l’idrogeno. In prospettiva, c’è lo sviluppo sul mercato di massa delle auto elettriche, un business potenziale importante, che va al di là delle reti”. Così Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna, che questa mattina a Roma ha presentato il piano di investimenti dell’azienda che gestisce la rete elettrica italiana, che nel primo semestre del 2012 ha fatto investimenti sulla rete per 523 milioni di euro mentre nella penisola ci sono cantieri aperti per un valore di 3 miliardi di euro, 150 cantieri aperti, 750 ditte impiegate per 4mila persone al lavoro.
“Sono opere che si ripagheranno in sei anni, con risparmi di 340 milioni di euro all’anno”, aggiunge l’ad di Terna. I cantieri sono concentrati in particolare nel centro sud. Una delle sei opere principali che Terna sta realizzando è la linea elettrica Foggia-Benevento, dove i cantieri sono s6tati appena aperti, a fronte di un investimento di 90 milioni di euro, a fronte di minori costi per 30 milioni di euro all’anno a regime.
“Lo scenario è in continua evoluzione – aggiunge Cattaneo – non soltanto nella gestione delle reti, ma anche nella distribuzione e su tutta la filiera, con diverse opportunità che si aprono anche per le aziende italiane, che possono investire in nuove tecnologie anche soltanto in ottica di assemblaggio di tecnologie prodotte da altri. Proviamo a immaginare nuove tecnologie italiane sulle rinnovabili, per evitare quello che è successo con i pannelli solari, tutti quelli che ci sono in Italia sono stati prodotti all’estero”.
Nel dettaglio, il ruolo della tecnologia per Terna è fondamentale “per il controllo h24 della rete elettrica su più canali – dice al nostro giornale Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Terna Rete Italia – noi abbiamo almeno tre canali di comunicazione per ogni punto della nostra rete, abbiamo otto sale di controllo, tre sale di teleconduzione che ricevono dati in tempo reale e poi mandano segnali sulla rete”.
Le azioni di apertura e chiusura dei bracci mobili disseminati sulla rete sono tutti telecomandati a distanza da tre centri sul territorio. “Terna possiede direttamente alcune delle infrastrutture di Tlc che gestiscono la nostra rete – aggiunge Armani – le tecnologie di apparato, come le batterie che mettiamo sui nostri siti, aggiungono ulteriore intelligenza locale alla rete. Quindi capacità di controreazione locale a fenomeni di rete puntuali e vengono sviluppati con applicazioni specifiche, che sviluppiamo ad hoc con i fornitori”.
Per quanto riguarda i rischi di interruzione e blackout, la rete di Terna è intrinsecamente sicura: “Ogni eventuale attacco alla rete non può portare a gusti catastrofici – dice Armani – anche gli episodi di terrorismo sulle reti elettriche non hanno mai causato un guasto strutturale. C’è una ridondanza su tutti i sistemi di controllo, tutte le sale sono una al servizio dell’altra e quindi si possono sostituire. Le telecomunicazioni: abbiamo diversi fornitori, i canali di Wind, di Telecom Italia, i satellitari abbiamo la fibra ottica nostra. C’è poi la sicurezza informatica: molti dei nostri sistemi non sono accessibili, non sono accessibili a rete esterna”.
Per quanto riguarda l’Agenda Digitale e la realizzazione della Ngn, Terna è stata coinvolta in questa fase preliminare, perché la sua l’infrastruttura è fondamentale: 14mila chilometri di fibra ottica di proprietà, con il backbone di Wind e il backbone della rete elettrica. Inoltre, c’è tutta una serie di siti da dove partono anche i canali di telecomunicazioni della telefonia mobile. C’è poi tutto il capitolo delle smart grid, l’informatica applicato al sistema elettrico, una branca d’investimento in forte sviluppo, fatta di sensori localizzati e diffusi, intelligenza diffusa sugli apparati. “Ogni stazione elettrica ha la sua intelligenza autonoma, che si interfaccia con le reti di telecomunicazione – precisa Armani – con tempi di reazione istantanei”.
Terna è pronta a fare da apripista per in finanziamento di opere attraverso i project bond, il nuovo strumento introdotto dal Dl sviluppo che consente di emettere obbligazioni legate ad un’opera con un regime fiscale agevolato. “Abbiamo dato disponibilità al governo per partire per primi con il finanziamento di opere in project bond e potrebbe esserci qualche annuncio entro l’anno”, ha spiegato l’a.d. di Terna ”potremmo essere i battistrada di questo mercato che può essere una nuova forma di finanziamento per le imprese”.
Il primo projet bond di Terna, ha precisato, ”deve partire da un brown field (un’opera già realizzata ndr) perche’ deve superare piu’ ostacoli e deve fare da apripista” e per questo ”non può assumersi anche i rischi di realizzazione e di autorizzazione”. In questo senso ”stiamo discutendo con il mercato per individuare quale può essere l’infrastruttura e abbiamo chiesto all’Authority di individuare tariffe che non siano modificabili. Se si fa un bond di 20 anni non si possono avere tariffe che cambiano ogni 4 anni”.
Il project bond, ha sottolineato Cattaneo, avrebbe il vantaggio di ridurre in modo consistente il costo del finanziamento perché ”abbiamo visto che il rischio sovereign è più alto di quello corporate ed il project bond dovrebbe essere ancora più basso”.