LA RICERCA

Gartner: i big data faranno da traino alla spesa IT

Nel 2012 investimenti per 28 miliardi di dollari che saliranno a 34 nel 2013. “Gravi conseguenze economiche per le aziende resistenti all’innovazione”

Pubblicato il 17 Ott 2012

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Sono i Big Data i nuovi driver della spesa IT. A dirlo una ricerca targata Gartner, secondo cui nel 2012 saranno investiti in tutto il mondo 28 miliardi di dollari che saliranno a 34 nel 2013.
Nel 2012 la maggior parte degli investimenti riguarderà l’adattamento di soluzioni tradizionali alle esigenze dei Big Data – data machine, social data e altri tipi di info che viaggiano ad altissima velocità – e solo 4,3 miliardi di dollari sarà destinato ai software di funzionalità.


Attualmente – rileva Gartner – la maggior parte dei Big Data proviene dai social network: per questi tipi di “grandi informazioni” si destina ogni anno il 45% degli investimenti. Nei tradizionali mercati IT, infrastrutture e applicazioni middleware sono i settori più coinvolti rispetto allo storage, al database management system, al data integration e alla business intelligence.
“I Big Data non sono un mercato autonomo e distinto – spiega Mark Beyer, Research vice president di Gartner – ma rappresentano un settore trasversale al quale devono essere dirottate soluzioni e prodotti ad hoc. Nel 2011 i Big Data hanno fatto da traino a quasi tutti i mercati IT, tuttavia bisognerà aspettare il 2018 perché le pratiche di gestione inizino a diffondersi. E solo nel 2020 la gestione di questo tipo di informazioni diventerà una pratica di routine tale da farla diventare parte integrante dell’offerta dei fornitori di soluzioni IT”.


Secondo Gartner a partire dalla fine del 2015 le principali organizzazioni inizieranno ad utilizzare i Big Data incorporandoli nelle loro architetture e nelle loro procedure. Dal 2018 le soluzioni ad hoc cominceranno gradualmente a garantire un vantaggio competitivo minore rispetto ai prodotti tradizionali che, nel frattempo, avranno inglobato funzioni in grado di supportare il volume, la varietà e la velocità delle informazioni.

“Il fatto che gli effetti dei Big Data si diffondano velocemente – puntualizza Beyer – determinerà una velocizzazione dei processi di obsolescenza delle tecnologie che diventeranno ‘anziane’ in tempi più rapidi rispetto al passato. In ogni caso quelli che oggi chiamiamo Big Data diventeranno ‘solo dati’ nel 2020 quando le architetture, le infrastrutture nonché l’ hardware e il software si adatteranno a questa nuova normalità. E le organizzazioni che si dimostreranno resistenti al cambiamento subiranno gravi conseguenze economiche”.

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