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Previsioni di guerra dal Web

Sempre più spesso Internet “profetizza” grandi cambiamenti economici. Che, puntualmente, si sono avverati

Pubblicato il 27 Nov 2012

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Petrolio quasi finito, tambureggiò il web pochi anni fa. Passati quei rincari, i medesimi tamburi certificano gli Usa in sorpasso sull’Arabia saudita entro il 2020 nella produzione di petrolio e gas. Entro il 2035 il risparmio energetico sarà pari a un quinto della domanda globale del 2010 e gli USA saranno net exporter di gas e quasi autosufficienti produttori di energia. Nel contempo, la domanda globale di petrolio passerà da 7 a 99 milioni di barili/giorno e il 90% del petrolio mediorientale andrà verso l’Asia. L’Iraq nel 2020 sarà secondo esportatore mondiale di greggio, superando la Russia. Osservate da Washington, queste cifre appaiono rosee. Tutto il contrario se viste dalla Cina. Ohibò, “primavera musulmana” preludio d’uno scontro entro il 2020? Lo chiedo a Cesare Marchetti, analista di sistemi e già forecaster di vaglia, per una dozzina d’anni coi top ten di General Electric. Il cesaremarchetti.org reputa le guerre in sintonia coi cicli di Kondratiev e vede fosco: il 2020 è alla fine del ciclo cominciato nel 1968-70. La fase critica precedente fu superata con le “guerre stellari” di Ronald Reagan, costose al punto da costringere l’Urss a gettare la spugna. Oggi la gara con la Cina è insostenibile per gli indebitatissimi Usa.

Chissà se Pechino saprà costringere gli Usa a onorare la cambiale. Difficile rispondere con certezza. Piuttosto della guerra o della fine del mondo, profetizzata dai Maya per il 21 dicembre, ci affannano spread, tredicesima e Imu. A pensarci bene, se scampiamo la fine del mondo, un’altra guerra mondiale, sarà cosa da nulla specie se… Mica usano i Maya per rendere telegenico il disastro?…

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