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Google Glass nel mirino del Congresso Usa

Lettera formale con otto domande a Larry Page da parte di un gruppo bipartisan: si punta a scongiurare un bis del caso Street View, ma l’azienda assicura: “La progettazione procede molto attentamente”

Pubblicato il 17 Mag 2013

Patrizia Licata

Sui Google Glass il gruppo del Congresso americano che si occupa di privacy vuole… vedere chiaro. Il Bipartisan Congressional Privacy Caucus ha formalmente chiesto a Google, con una lettera spedita al Ceo Larry Page, di rispondere a otto domande relative alla riservatezza dei dati connessa con i suoi occhiali indossabili in grado di scattare foto, girare video e postarli istantaneamente su Internet. Google dovrà fornire una risposta entro il 14 giugno.

“Vogliamo sapere se questa nuova tecnologia viola la privacy degli americani”, si legge nella lettera. “Poiché Google Glass non è ancora sul mercato e non siamo sicuri se Google intenda inserire in questo device delle protezioni per la privacy, restano diverse questioni aperte”.

Gli occhiali indossabili e connessi a Internet di Google non sono ancora in vendita per il pubblico ma sono in fase di test per un numero selezionato di utenti. Permettono di scattare foto, girare e guardare video, mandare sms, postare commenti sui siti dei social media e leggere brevi testi. Fin da subito hanno sollevato questioni di privacy, visto che facilmente possono riprendere persone ignare di essere filmate e che poi ritrovano le loro immagini, senza alcun consenso, su Internet.

La richiesta di chiarimenti spedita dal Privacy Caucus è arrivata, non a caso, mentre Big G svolge la sua conferenza annuale per gli sviluppatori (Google I/O developers conference, a San Francisco), dove i Google Glass sono ovviamente uno dei piatti forti e sono state fornite informazioni agli sviluppatori software sulla realizzazione di app per il device indossabile.

Il gruppo parlamentare bipartisan vuole però sapere come Google raccoglierà e conserverà i dati registrati dai device, come si assicurerà di non raccogliere accidentalmente dati privati, come proteggerà la privacy delle persone che non usano i Google Glass ma che si trovano nei pressi di persone che li hanno. Insomma, il Congresso americano vuole evitare che si ripeta quanto accaduto con Street View, con l’involontaria cattura di dati privati dalle reti wifi casalinghe non protette (Google negli Usa ha dovuto patteggiare con 38 stati per la causa legale che ha subito proprio per la raccolta dei dati privati mentre scattava le immagini per il suo servizio di mappe stradali).

I parlamentari americani hanno anche chiesto a Google se Glass incorpora la tecnologia di riconoscimento facciale. Su questo punto Steve Lee, director of product management di Google Glass, ha risposto in un comunicato: “Abbiamo più volte indicato che non avremmo unito funzionalità di riconoscimento facciale nei nostri servizi a meno che non riusciamo a includere anche forti strumenti di protezione della privacy”.

Nel corso della I/O conference, inoltre, Lee ha in parte risposto alle domande sulla privacy contenute nella lettera, indicando che Google rispetta le sue policy per la privacy e la data collection con Glass e che il prodotto prevede specifici meccanismi per evitare le violazioni; per esempio, gli utenti devono prima premere un pulsante o parlare al device per poter fare foto e video e guardare direttamente alla persona da filmare; l’immagine, cioè, non viene ripresa, ha spiegato Lee, automaticamente. Ciò non toglie che già sia stata sviluppata un’app per Glass che permette di fare le foto solo strizzando l’occhio.

In un altro comunicato, Chris Dale, portavoce di Google, ha fatto sapere che l’azienda sta “attentamente studiando la progettazione di Glass perché le nuove tecnologie comportano sempre nuovi problemi”. Anche i primi test su campo, che vengono condotti tramite un ristretto numero di utenti che hanno acconsentito a provare in anteprima il device e lo hanno acquistato per 1.500 dollari, serviranno a ricevere le prime impressioni degli utilizzatori e ad apportare eventuali modifiche.

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