Vacilla il credito d’imposta che l’Agenda digitale (decreto Crescita 2.0) aveva stabilito per incentivare l’offerta online di opere dell’ingegno (come musica e film). A quanto risulta, infatti, nel corposo emendamento del Governo depositato ieri in Commissione Bilancio per la Legge di Stabilità c’è anche il pacchetto Fieg che abroga quegli incentivi dirottandoli di fatto all’industria di giornali.
Il voto della Commissione è atteso nelle prossime ore. Poiché è previsto che il Governo metta la fiducia al Senato, su tutto il pacchetto, la sorte per gli incentivi all’offerta legale sembra segnata.
Il comma in questione è il 27-undecies, dove si legge: “Sono abrogati i commi 1, 2 e 3 dell’articolo 11-bis (quello degli incentivi all’offerta, Ndr.) del decreto legge 18 ottobre 2012 n.179 (il Crescita 2.0, quello dell’Agenda digitale, Ndr.)”. “Le somme destinate per l’anno 2014 al credito d’imposta di cui alle suddette disposizioni, come rideterminate ai sensi del predetto decreto, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alla dotazione di cui all’articolo 4, comma 1, terzo periodo, del decreto legge 18 maggio 2012”.
I giornali sono tirati in ballo dal comma precedente, “per assicurare il completamento del processo di modernizzazione del sistema di distriuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica e sostenere i costi derivanti dall’adeguamento tecnologico dei rivenditori e dei distributori, il termine previsto dall’articolo 4, comma 1, del decreto legge 18 maggio 2012 […] è differito al 31 dicembre 2014 e l’accesso al credito d’imposta di cui al medesimo comma è riconosciuto per l’anno 2014”.
Da una parte si toglie e dall’altra si mette, quindi, spostando dall’offerta online all’adeguamento tecnologico della stampa.
Gli incentivi per l’offerta digitale legale già avevano avuto una storia sofferta.
L’Articolo 11-bis – Credito d’imposta per promuovere l’offerta on line di opere dell’ingegno del Decreto-legge 179/12 come convertito dalla legge n. 221, 17 dicembre 2012) stabiliva che: Al fine di migliorare l’offerta legale di opere dell’ingegno mediante le reti di comunicazione elettronica, è riconosciuto un credito d’imposta del 25 per cento dei costi sostenuti, nel rispetto dei limiti della regola de minimis, di cui al regolamento (CE) n. 1998/ 2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, alle imprese che sviluppano nel territorio italiano piattaforme telematiche per la distribuzione, la vendita e il noleggio di opere dell’ingegno digitali.
La copertura per tali risorse era legata ad un prelievo erariale unico (PREU) sui giochi, ovvero le slot machine. Il decreto legge 179/12 stabiliva che a farlo dovesse essere “l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali, in materia di giochi pubblici, adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. Questo decreto non è mai arrivato. In compenso, è stata emanata la legge di stabilità per il 2013 (legge 24 dicembre 2012, n. 228) che, al comma 479 dell’art. 1, prevede, dal 1° gennaio 2013, l’aumento dell’aliquota del PREU, nella misura dello 0,5%. Tale aumento di aliquota avrebbe comunque potuto dare copertura sufficiente agli incentivi per l’offerta online, che però ancora hanno continuato a latitare, nell’attesa del decreto dei Monopoli.
Adesso sembrano sfumare anche le ultime speranze per questo pezzo di Agenda digitale che voleva sostenere l’offerta di contenuti digitali online.