Arriva una donna nel board di Twitter. Criticata durante la procedura che l’ha portata all’Ipo anche per la mancanza di figure femminili ai vertici, la società che gestisce la piattaforma social ha nominato nel board Marjorie Scardino, ex ceo della multinazionale editorale britannica Pearson, un mese dopo il debutto in Borsa.
Marjorie, 66 anni, che nella classifica Ftse delle 100 aziende a più alta capitalizzazione di mercato collocate al London Stock Exchange è risultata essere la ceo n.1 tra le donne, ha un’esperienza pregressa nella gestione di media companies, tra cui il Financial Times e l’Economist, come parte del suo ruolo in Pearson.
Questo background, sottolineano gli analisti, le potrebbe tornare utile in Twitter, nota per aver contribuito a una sostanziale trasformazione dell’industria dei media. Inoltre la sua esperienza fuori dagli Usa potrebbe essere d’aiuto alla piattaforma, finora molto Usa-centrica ma intenzionata a espandersi sempre più a livello internazionale.
In un comunicato la società si è detta soddisfatta di accogliere Marjorie Scardino nel board e lei ha risposto con un “tweet”: “Non potrebbe esserci un momento storico più eccitante per entrare a far parte di Twitter”. Peraltro già prima dell’Ipo il ceo di Twitter, Dick Costolo, aveva preannunciato con un cinguettio l’intenzione di far entrare donne nel suo board, all’epoca esclusivamente maschile.
Il social network co-fondato da Evan Williams e Jack Dorsey ha esordito in pompa magna a Wall Street il 7 novembre scorso, guadagnando il 72,7% e chiudendo le contrattazioni a 44,90 dollari per azione. Il prezzo fissato per l’Ipo era di 26 dollari, ma l’azione aveva aperto la giornata al New York Stock Exchange con un balzo a 45,10 dollari. Questo nonostante il bilancio sia in rosso, con una perdita di 79,4 milioni registrata nel 2012 e un giro d’affari da 317 milioni. Il fatturato dei tre trimestri 2013 è di 422 milioni di dollari, con perdite in aumento a 134 milioni.