LA PROTESTA

Datagate, Zuckerberg a Obama: Riforma Nsa troppo lenta

Il ceo e fondatore di Facebook: “Ho chiamato il presidente per esprimergli tutta la mia frustrazione sul caso della National Security Agency. Sulla sicurezza pensiamo di doverci difendere dai criminali, non dal nostro geverno”. La Nsa ribatte: “Sullo spionaggio indiscriminato online voci false”

Pubblicato il 14 Mar 2014

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Ho chiamato il presidente Obama per esprimergli tutta la mia frustrazione rispetto ai danni che il Governo sta provocando al futuro di tutti noi. Lo ha scritto Mark Zuckerberg pubblicando un post su Facebook, il social network di cui è fondatore e amministratore delegato. “Quando i nostri ingegneri lavorano senza sosta per migliorare la sicurezza – ha continuato Zuckerberg – noi immaginiamo che stiano lavorando proteggendoci dai criminali, non dal nostro Governo”.

I media statunitensi hanno tutti parlato di uno Zuckerberg “furioso” con l’inquilino della Casa Bianca: “Sfortunatamente sembra che ci voglia ancora molto tempo per una vera riforma completa – ha detto – Sono molto confuso e demoralizzato dai ripetuti rapporti sul comportamento del governo americano. Il governo americano dovrebbe essere il sostenitore principale di Internet, non una minaccia. Per questo devono essere molto più trasparenti rispetto a quello che fanno, oppure le persone penseranno al peggio”, ha concluso Zuckerberg.

Dalla Casa Bianca è arrivata la conferma del colloquio telefonico, ma nessun dettaglio su cosa il presidente e il ceo si siano detti. Dal canto proprio la National security agency ha divulgato una nota per respingere le accuse di Zuckerberg: “La Nsa non usa le sue competenze tecniche per spiare i siti Internet delle aziende – si legge nella nota – e nemmeno per prendere di mira alcun utente di servizi Internet senza averne l’autorità. Si tratta di voci semplicemente false”.

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