L’Italia è fuori dalla watch list Usa dei paesi che non tutelano il copyright. Il nostro Paese – dopo ben 25 anni di permanenza continuativa – non figura più tra gli stati tenuti sotto osservazione dagli Stati Uniti per non aver adottato provvedimenti ad hoc. Nello Special 301 Report del 2014 la Casa Bianca evidenzia che “l’Italia viene rimossa dalla Watch List in grazie all’adozione da parte di Agcom di norme atte a combattere la pirateria su Internet”.
“La normativa , entrata in vigore il 31 marzo 2014 – si legge nel rapporto – prevedono procedure di notice -and- takedown che innescano un giusto processo di salvaguardia dell’utente, stabilendo al contempo un meccanismo efficace per affrontare la pirateria su larga scala. L’adozione e l’entrata in vigore di queste norme sono un risultato significativo, frutto di sforzi intensi che gli Stati Uniti accolgono con favore”.
Il risultato è frutto del grande lavoro di valorizzazione fatto dall’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti con gli interlocutori americani sul regolamento Agcom. L’uscita dalla “watch list” è di grande importanza per l’Italia anche in termini commerciali, perché neutralizza gli effetti negativi in termini di accesso al mercato Usa che la presenza in lista può invece comportare.
“E’ un risultato di straordinaria importanza – commenta l’Ambasciatore italiano a Washington, Claudio Bisogniero – per il quale ci siamo attivamente adoperati in questi anni ad ogni livello, sia con l’Amministrazione Usa, sia con le associazioni del settore privato interessate alla tutela del copyright”.
Per Enzo Mazza, che parla in qualità di Presidente del Comitato Proprietà Intellettuale della Camera di Commercio Usa, “è sicuramente un segnale positivo per il nostro Paese, e per l’autorità italiana che ha adottato il regolamento antipirateria, offrendo al Mondo l’immagine di uno Stato che si fa realmente promotore di una forte azione di contrasto alla pirateria digitale” il Comitato Proprietà Intellettuale della Camera di Commercio Usa “è sicuramente un segnale positivo per il nostro Paese, e per l’autorità italiana che ha adottato il regolamento antipirateria, offrendo al Mondo l’immagine di uno Stato che si fa realmente promotore di una forte azione di contrasto alla pirateria digitale”.
“L’Italia esce dalla watch list dopo venticinque anni in cui venivamo considerati un Paese critico per quanto riguarda la protezione dei diritti e la tutela del copyright – evidenzia il presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo – Una decisione importante e un riconoscimento all’Italia che in quest’ultimo anno si è distinta con misure concrete e innovative per contrastare la pirateria e assicurare protezione al lavoro intellettuale”. Il riferimento è all’adozione del c.d. Regolamento Agcom e ad una recente Legge approvata dal Parlamento italiano con cui si è confermata la rilevanza penale dei reati in materia di proprietà intellettuale ed industriale.
“Come Industria Culturale Italiana abbiamo seguito molto da vicino questi interventi e siamo pienamente soddisfatti che questi passi avanti vengano apprezzati anche all’estero” conclude Polillo.
All’indomani del varo del regolamento l’Ambasciata Usa plaudeva alle norme Agcom sul diritto d’autore. “Si tratta di un risultato straordinario, che andrà a beneficio di entrambi i nostri paesi. Sia l’industria italiana che quella Usa dei contenuti ha perso miliardi a causa della pirateria online, nel corso degli anni. La tutela dei diritti di proprietà intellettuale è fondamentale per favorire l’innovazione e la creatività e la crescita della conoscenza e dell’economia dei paesi”.
“Libertà di Internet non significa libertà di infrangere la legge – proseguiva l’ambasciata -. Come ha detto il presidente Obama, il furto della proprietà intellettuale minaccia la competitività nazionale delle nostre imprese e l’innovazione”. Per questo una delle sfide che i Paesi hanno davanti a sé, con l’avvento dell’accesso globale a Internet “è trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e la garanzia della libertà su Internet. La regolamentazione approvata da Agcom dimostra che questo equilibrio è perseguibile”.