IL RAPPORTO

Digital Scoreboard: gap digitale, a rischio in Italia 180mila posti di lavoro

Il 72% degli europei usa regolarmente la Rete, ma emerge la scarsità di e-skills a fronte di un aumento di domanda di personale qualificato Ict. Neelie Kroes: “Serve l’impegno congiunto di tutti i Paesi”

Pubblicato il 28 Mag 2014

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LUnione europea avanza sul programma dell’Agenda digitale, ma restano lacune da colmare: il 72% dei cittadini della Ue usa regolarmente Internet e il 47% acquista online, però il 50% della popolazione non è ancora in grado di lavorare con il digitale.

È quanto emerge dai dati diffusi oggi nel Digital Scoreboard dalla Commissione europea, che si ritiene “sulla buona strada per raggiungere 95 dei 101 obiettivi dell’Agenda digitale per l’Europa entro il 2015″. I cittadini e le imprese dell’Ue, infatti, si collegano di più a Internet, fanno più acquisti online e si sentono più sicuri e preparati in rete. Tuttavia “spesso fanno fatica a soddisfare il loro appetito digitale, soprattutto nelle zone rurali, per mancanza di accesso alla banda larga ad alta velocità”. E altro problema rilevato dalla Commissione europea è l’eventuale creazione di “un divario in termini di qualifiche digitali”.

“Oggi la maggior parte degli europei è entrata nell’era digitale e intende approfittarne pienamente. Abbiamo risolto il problema dell’accesso a Internet, ma il divario digitale non si è colmato” ha commentato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e Commissario per l’Agenda Digitale Ue. “Senza l’impegno di tutti a fare di più – ha avvertito la leader politica olandese – rischiano di emergere in Europa sacche di analfabetismo digitale”.

Il documento distingue tra “buone notizie” e “sfide da affrontare”.

Per quanto riguarda le buone notizie, dal 2010 è aumentato dal 60% al 72% l’uso regolare di Internet almeno una volta alla settimana da parte dei cittadini europei. I Paesi che hanno registrato il maggiore incremento sono Grecia, Romania, Irlanda, Repubblica Ceca e Croazia. I migliori performer sono Danimarca, Svezia e Paesi Bassi, dove oltre il 90% degli adulti usa regolarmente Internet, più il Lussemburgo a quota 87%.

Sono stati inoltre registrati significativi progressi nell’uso della Rete da parte delle persone svantaggiate (disoccupati, persone con bassa scolarità e anziani): si è passati dal 41% di utenti di quattro anni fa all’attuale 57%. Secondo la Commissione europea, in base al trend corrente si arriverà a quota 60% entro il 2015.

Buone notizie anche dal fronte dei non utilizzatori del web, che sono scesi di un terzo: sono il 20% i cittadini Ue che non hanno mai usato Internet, percentuale crollata appunto di un terzo rispetto a quattro anni fa. In base alle previsione si dovrebbe scendere ulteriormente al 15% entro il 2015.

L’Europa si sta inoltre popolando di negozi online: si rivolgono agli esercizi commerciali virtuali il 47% degli europei, 10 punti percentuali in più rispetto al passato.

Quanto all’accesso alla banda larga, è ora garantito al 100% degli europei e questo solitamente include diverse opzioni: fibra, cavo, Adsl o accesso 3G o 4G da mobile. E tutti gli europei hanno un accesso affidabile alla banda larga da satellite.

Il documento segnala anche che la disponibilità di broadband 4G da mobile è aumentata al 59% dal 26% di un anno fa. L’internet da linea fissa ad almeno 30 Mbps è adesso accessibile al 62% della popolazione Ue, rispetto al 54% di un anno fa e al 29% del 2010. Il broadband veloce è già disponibile nel 90% delle case in Belgio, Danimarca, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Uk.

D’altra parte restano in piedi le sfide. Quasi il 50% della popolazione europea, dice la Commissione, è “analfabeta digitale”. Inoltre, poiché le richieste di lavoro nel settore informatico stanno aumentando di sette volte rispetto al lavoro tradizionale, se questo analfabetismo continuerà, ci si aspetta la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, 180mila solo in Italia.

Questo divario di competenze, rileva Bruxelles, “persiste in un momento in cui più che mai sono necessari gli specialisti dell’Ict e l’occupazione nel settore dell’Information communication technology cresce sette volte più rapidamente che in altri comparti”.

“Ci sono molte iniziative dell’Ue per aiutare i governi nazionali e le organizzazioni private ad affrontare questi temi, tra cui Opening up education, Learning to code, Get Online Week, eSkills for jobs and the Grand Coalition for Digital Skills and Jobs”, ricorda la Kroes.

Altre sfide riguardano le pmi: solo il 14% delle imprese sotto i 250 dipendenti sta vendendo online. Anche le aree rurali sono a rischio: soltanto il 18% ha accesso alla banda larga ad alta velocità. E nel 2013 sono ristagnati anche i servizi di e-government, usati solo dal 42% della popolazione del continente.

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