MERCATO

Gartner: stampanti 3D, conto alla rovescia per il boom

Nel 2018 saranno venduti 2,3 milioni di pezzi, mentre cresce l’offerta nella fascia di prezzo medio-bassa. Sul mercato consumer la svolta sarà portata dalla funzionalità plug and print per stampare facilmente subito dopo l’installazione

Pubblicato il 27 Ott 2014

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Le stampanti 3D crescono e diventano grandi. Se a molti appaiono ancora come strumenti da fantascienza, le stampanti che creano gli oggetti che desideriamo, anche a casa, sono pronte a diventare un gadget sempre più diffuso: ne saranno distribuite 217.350 unità nel 2015, contro 108.151 nel 2014, secondo Gartner. E i volumi di stampanti 3D distribuiti nel mondo cresceranno più del doppio ogni anno tra il 2015 e il 2018, quando supereranno quota 2,3 milioni.

“Il mercato delle stampanti 3D è al punto di flesso”, commenta Pete Basiliere, research vice president di Gartner. “I volumi hanno stentato a crescere nei 30 anni dopo l’invenzione della stampante 3D, ma ora siamo pronti per il boom del 2015. E va ricordato che i 2,3 milioni di stampanti 3D che prevediamo saranno venduti nel 2018 sono solo una piccola frazione del mercato potenziale totale per consumatori, aziende e PA di tutto il mondo”.

Sette tecnologie costituiscono il mercato della stampa 3D ma il sistema di stampa ad estrusione di materiale sarà il traino della crescita di qui al 2018. La principale spinta all’adozione sul mercato “consumer” sono la diminuzione dei prezzi, il miglioramento delle prestazioni e l’ampia disponibilità di modelli, mentre per le aziende la spinta all’adozione delle stampanti 3D è la disponibilità di tecnologie per la creazione di prototipi e per la manifattura personalizzata, insieme a costi in calo, migliore qualità e utilizzo di una più ampia gamma di materiali.

Gartner prevede che la spesa end-user sulla tecnologia di estrusione di materiale salirà da 789 milioni di dollari nel 2015 a circa 6,9 miliardi nel 2018. Complessivamente, la spesa end-user in stampanti 3D dovrebbe salire da 1,6 miliardi di dollari nel 2015 a circa 13,4 miliardi nel 2018.

“I produttori cercheranno all’inizio di aggiungere funzionalità e migliorare le prestazioni delle loro stampanti 3D piuttosto che ridurre i prezzi”, secondo Basiliere. “Perciò l’Average Selling Price di alcune tecnologie è previsto in aumento all’inizio e poi in calo graduale dopo il 2015. Ovviamente i prezzi scenderanno di più laddove entreranno più player sul mercato”.

Ci sono ormai stampanti 3D anche nella fascia di prezzo 1-1000 dollari, e nella fascia 1.001-2.500 dollari, soprattutto del tipo per estrusione di materiale. Le stampanti 3D che costano meno di 1.000 dollari hanno rappresentato l’11,6% del totale di queste fasce di prezzo nel 2014 ma saliranno al 28,1% del range 1-2.500 dollari entro il 2018, secondo Gartner. Con gli anni sia i consumatori che le aziende aumenteranno l’impiego delle stampanti 3D nelle fasce di prezzo medio-basse e Gartner prevede che le differenze nei tassi crescita tra le diverse fasce di prezzo si attenueranno. Le aziende impiegheranno sempre più le stampanti 3D per testare e sperimentare, mentre, a partire dal 2015, la capacità “plug and print” (per stampare subito dopo l’installazione) trainerà il mercato consumer. Il 10% delle stampanti 3D che costano meno di 1000 dollari avrà capacità “plug and print” entro il 2016.

“Questo trend accelererà man mano che il mercato, inizialmente rappresentato da early adopters legati alla mentalità open source, si evolve in un mercato dominato dal consumatore medio”, conclude Basiliere. “Gli early adopters criticheranno l’abbandono del mantra open source, ma la grande maggioranza di consumatori mainstream esigerà la possibilità di far funzionare la stampante in modo semplice e lineare consentita dal plug and print”.

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