Puntare su un’analisi multidisciplinare e dettagliata delle caratteristiche, dei punti di forza e delle criticità dei Sistemi informativi sanitari, il cui sviluppo e la cui organizzazione hanno avuto un forte impulso a seguito dell’affermarsi dei processi di rinnovamento del sistema sanitario nazionale, e al contempo promuovere un’occasione di confronto utile agli addetti ai lavori. Nasce da queste esigenze il workshop “Dalla fornitura al design thinking dei sistemi informativi in sanità” organizzato da Apihm (Associazione privacy and information healthcare manager) e dal master in management delle aziende sanitarie presso l’università degli studi di Pisa il 20 febbraio. “Quando parliamo di Sis facciamo riferimento sia all’insieme delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate da un’azienda sanitaria durante la gestione delle proprie attività, sia alle modalità in cui esse sono gestite, congiuntamente alle risorse umane e tecnologiche coinvolte”, spiega a Cor.Com Filomena Polito, data protection officer della Asl 5 di Pisa e presidente Apihm. Dunque stiamo facendo riferimento al “cuore” di ogni azienda, il deposito dei dati e il motore della sua efficienza. Ma quando l’azienda è deputata a erogare prestazioni di cura, il sistema informativo sanitario deve essere “pensato” e strutturato nel rispetto dei requisiti di legge con un vero e proprio sforzo di adeguamento all’organizzazione di riferimento. E ancora, tale impegno deve essere capace di modellare il sistema informativo non solo nella fase di acquisto, ma anche di impianto e mantenimento nel tempo, così da rendere sicure e protette le informazioni che sono trattate in ambito sanitario. “Informazioni preziose che possono essere lecitamente utilizzate soltanto previa adozione di misure specifiche e standard di sicurezza rigorosi”, riprende Polito, che quindi presenta la composizione del Sis: “È costituito da dati e, appunto, da informazioni processabili sia con modalità manuali sia automatizzate, attraverso procedure e strumenti più o meno digitali, e si sviluppa incamerando e processando i dati dei pazienti e degli utenti dell’azienda sanitaria”. Dati che per la loro valenza strategica “devono essere spesso conservati per lunghi periodi e sono trattati dagli operatori delle aziende per poter erogare cure e servizi alla clientela e ai pazienti”, spiega il presidente di Apihm, che ricorda come “ogni singola azienda sanitaria debba modellare il proprio Sistema informativo attraverso trattamenti sempre più digitali, così da rendere maggiormente efficiente, efficace e economico l’iter di cura”, garantendo al contempo “la tenuta in sicurezza dei dati”. Quindi Polito fa una precisazione: “I Sis possono essere correttamente sviluppati soltanto previa adozione delle politiche del cosiddetto privacy by design, che saranno obbligatorie con l’entrata in vigore del regolamento europeo sulla data protection, che prevede la dotazione per le aziende di un data protection officer”. Dunque, un buon Sistema informativo sanitario, oltre ad offrire cure più celeri e sostenibili, deve fornire al management aziendale le informazioni necessarie per un’efficace attività di programmazione e controllo. “Per raggiungere questo obiettivo, però, è imprescindibile un forte investimento in termini di risorse tecnologiche e umane e uno sviluppo della cultura digitale degli operatori”, conclude Polito.
E-Health, appello di Apihm: “Servono politiche per la protezione dei dati”
Workshop a Pisa sui sistemi informativi sanitari. L’associazione: “Imprescindibili la privacy by design e l’impiego in ogni azienda azienda dei data protection officer”
Pubblicato il 05 Feb 2015
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