Si chiama Cashless City ed è un progetto nazionale di diffusione della cultura e della pratica dei pagamenti innovativi che avanzerà a tappe. Da Bergamo, scelta per le sue caratteristiche demografiche e per un’adeguata infrastruttura di accettazione per le transazioni elettroniche, l’iniziativa supportata da CartaSì, Mastercard, Visa e UbiBanca si estenderà a partire dal 2016 in altri centri italiani. Di cosa si tratta nello specifico? Di un concorso aperto a tutti coloro che a partire dal 4 maggio effettueranno nel territorio di Bergamo pagamenti con carte o con altri strumenti sostitutivi del contante. Il sito Internet Cashlesscity.it, già on line, monitorerà tutte le transazioni registrate fino al termine del 2015, distribuendo premi personali (dedicati a consumatori ed esercenti) e collettivi (per l’intera cittadinanza) in base all’adozione delle card, fisiche o virtuali che siano.
“Nonostante l’Italia sia il quarto Paese europeo per dimensioni dal punto di vista del transato attraverso i pagamenti elettronici, in termini di percentuale di utilizzo si attesta al 14,3%”, ha spiegato stamattina a Bergamo Laura Cioli, a.d. di CartaSì, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, “contro la media del 31,8% dei Paesi con cui ci confrontiamo di solito (Germania, Gran Bretagna, Spagna, Francia) mentre la regione scandinava tocca punte del 46,8%. Secondo i dati in nostro possesso, nella Penisola non mancano né le carte né i Pos: mancano la voglia e le occasioni di utilizzarli. Recuperare il gap significa quindi creare coinvolgimento e sistemi di incentivazione, mobilitare cittadini e imprese, e naturalmente ampliare e migliorare la rete di accettazione cashless”.
Bergamo farà così. Il sindaco Giorgio Gori ha annunciato che anche gli uffici del Comune saranno dotati di una cinquantina di nuovi Pos, grazie ai quali i cittadini potranno pagare usando le carte sia i tributi, che le multe che le commissioni per le piccole pratiche burocratiche. Mentre, entrando nello specifico del concorso collegato al progetto, i titolari di carta, dopo aver effettuato un acquisto con qualsiasi sistema di pagamento innovativo, dovrà fotografare la ricevuta e caricare l’immagine sulla app Cashless City, una piattaforma priva di funzionalità transazionali ma atta a monitorare l’andamento dell’iniziativa. Il titolare della carta e l’esercente presso cui ha fatto acquisti parteciperanno all’estrazione di premi individuali settimanali e mensili (buoni spesa da 100 e 500 euro fruibili nei negozi di tutto il territorio) e concorreranno insieme a tutte le altre transazioni elettroniche effettuate sul territorio a creare crediti per ottenere premi collettivi dedicati alla città, secondo criteri e soglie che non sono ancora stati comunicati.
Il progetto, in effetti, parte ufficialmente il 4 maggio. Da domani 2 aprile, invece, inizia il rodaggio del piano: con una open call saranno selezionati dieci cittadini bergamaschi che come pionieri dell’iniziativa vivranno totalmente cashless e seguiti costantemente dalla stampa locale, che racconterà poi l’esperienza attraverso interviste e reportage riprese anche sul sito ufficiale.
C’è da dire che il capoluogo lombardo vanta già una tradizione di servizi a valore aggiunto legati all’uso delle carte. Rossella Leidi, vice direttore generale e responsabile commerciale di UbiBanca, a cui fa capo la Banca popolare di Bergamo, ha ricordato che “l’università locale utilizza le carte non solo come strumento di pagamento ma anche per erogare servizi non strettamente bancari, così come in alcuni comprensori sciistici, le carte possono essere utilizzate per saltare la coda alla cassa delle strutture e pagare solo per il tempo effettivamente speso sugli impianti. E se il cashless abilita per il consumatore funzionalità che gli permettono di superare tanti ostacoli del tran tran quotidiano, sul fronte del merchant garantisce tracciabilità, sicurezza e soluzioni flessibili, come i pagamenti attraverso mobile POS. Ecco perché è importante fare cultura e informazione su questi strumenti”.
Del resto Davide Steffanini, direttore generale di Visa Europe in Italia, ha precisato che “il costo del contante, in Italia ammonta a 10 miliardi di euro l’anno. Ed è stato ampiamente dimostrato, in tutta Europa, che esistono dirette correlazioni tra penetrazione di strumenti avanzati di pagamento, sviluppo economico del Paese e valore del mercato nero. Puntare su iniziative come queste per noi significa puntare sul progresso dell’Italia.
Il progetto Cashless City d’altra parte, si inserisce perfettamente nella strategia di medio termine di Mastercard. “Ci siamo posti l’obiettivo di aiutare il sistema Paese a raggiungere la maturità dal punto di vista delle transazioni elettroniche entro il 2020”, ha detto Paolo Battiston, Division President Italia e Grecia di MasterCard. “Per ridurre del 50% il valore dei pagamenti in contanti è necessario il contributo di ogni cittadino e di ogni esercente. Ma è un processo che non può essere affrontato dal singolo soggetto, richiede la compartecipazione di privato e pubblico, per questo abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Cashless City.”
Alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, però, non abbiamo potuto fare a meno di notare che tra i tanti player coinvolti mancavano le telco, che con lo sviluppo dei mobile wallet e i servizi a valore aggiunto distribuiti grazie agli smartphone e all’esperienza Internet always on sono attori imprescindibili per lo sviluppo dell’e-payment. “Il progetto è aperto a tutti”, ha risposto Laura Cioli, “noi accogliamo con favore qualsiasi iniziativa che porti semplicità e cambiamento culturale nel mondo dei pagamenti”.