IL DOSSIER

La Ue non molla Amazon: ora l’Antitrust indaga sugli e-book

Bruxelles apre un’indagine sulle clausole imposte agli editori: sotto la lente il mercato tedesco e inglese. Non è la prima volta che il colosso Usa si trova sotto scacco: a gennaio la Commissione aveva aperto un’inchiesta sulle agevolazioni fiscali in Belgio e Lussemburgo

Pubblicato il 11 Giu 2015

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La Commissione europea ha annunciato oggi l’avvio di un’indagine antitrust sul gigante americano delle vendite online, Amazon, nel settore dei libri elettronici (e-book) del quale Amazon è il primo distributore in Europa. La commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, sospetta che alcune clausole previste nei contratti stipulati tra Amazon e gli editori siano in violazione delle regole della concorrenza Ue e possano costituire un abuso di posizione dominante.

In particolare, la Commissione vuole verificare se l’obbligo imposto da Amazon agli editori di informare e eventualmente di offrire al gruppo statunitense termini uguali o migliori di quelli offerti a distributori concorrenti, sia d’ostacolo allo sviluppo di un mercato più funzionale nell’Ue a scapito dei consumatori. Simili clausole per il diritto al miglior trattamento sono state considerate illegali da Bruxelles in un’indagine condotta su Booking.com, il leader per le prenotazioni online di hotel, che costringeva appunto gli albergatori a offrire alla sua piattaforma uguali o migliori condizioni rispetto ai concorrenti.

L’indagine su Amazon sarà condotta inizialmente solo nei mercati di e-book in inglese e tedesco, che sono i più grandi d’Europa. La Commissione non ha stabilito scadenze per la conclusione dell’indagine.

Amazon è nel mirino dell’Antitrust Ue (insieme ad altre multinazionali) anche per accordi fiscali di favore pattuiti con le autorità del Lussemburgo. Sotto accusa a inizio anno era andato il tax ruling, ovvero l’agevolazione fiscale che il Lussemburgo ha concesso ad Amazon, ritenuto “un aiuto di Stato incompatibile con il mercato Ue” dall’analisi preliminare della Commissione Ue sul caso, pubblicata sul sito della Commissione il 16 gennaio scorso. Recentemente il colosso del commercio elettronico ha fatto sapere che comincerà a pagare le tasse nei singoli paesi europei dove opera, e non più a incanalare, come ha fatto finora, i proventi delle sue vendite attraverso la controllata in Lussemburgo, dove Amazon, come diversi altri gruppi internazionali dell’hitech, ha stabilito la sua sede europea, garantendosi un regime fiscale vantaggioso.

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