RAPPORTO ETNO

Dati personali? Per i consumatori sono “moneta di scambio”

Il 56% degli utenti europei chiede di poter utilizzare le informazioni che li riguardano come patrimonio da negoziare con i provider. Lo rivela un rapporto Etno che fa emergere privacy e “portabilità” di app fra i trend topic. “Le regole cambino per garantire standard omogenei e aggiornati di sicurezza sui mercati digitali”

Pubblicato il 11 Set 2015

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Abitudini digitali e aspettative dei consumatori europei: a fotografare i trend più attuali è l’ultimo sondaggio realizzato dall’Etno, l’associazione che rappresenta i maggiori operatori telecom dell’Europa, insieme alla società di ricerche ComRes. Lo studio ha preso in esame nove mercati dell’Unione (Uk, Polonia, Germania, Italia, Francia, Spagna, Svezia, Estonia, Romania).

Il sondaggio arriva proprio nel giorno in cui la Commissione europea lancia una vasta consultazione in vista della riforma delle regole dei mercati telecom (Consultazione pubblica sull’esame e revisione del quadro regolatorio per le reti e servizi di comunicazione elettronica). I risultati dello studio Etno mostrano le nuove priorità dei consumatori dell’Ue nell’utilizzo dei servizi di telecomunicazione e, aggiunge l’associazione, sono queste nuove priorità dei consumatori e la convergenza dei servizi digitali che dovrebbero indirizzare il dibattito dell’Ue sulle nuove policy.

“Per garantire standard omogenei e aggiornati di protezione sui mercati digitali, oggi sempre più competitivi, occorre riformare l’attuale quadro regolatorio frammentato”, dichiara l’Etno in una nota.

Dal sondaggio emerge chiaramente che i consumatori non si sentono del tutto “padroni” nella gestione dei loro dati personali nel mondo digitale e non conoscono bene gli standard di protezione esistenti. Solo il 12% del campione sa che ci sono livelli di protezione dei dati maggiori quando utilizzano servizi telecom regolati rispetto a quando usano i servizi online. Tuttavia, il 77% ritiene che i fornitori di servizi di comunicazione basati su Internet dovrebbero avere l’obbligo per legge di informarli quando c’è una violazione dei loro dati personali.

I consumatori considerano i dati anche come un’opportunità, ma esigono trasparenza. Visto che i servizi online sempre più spesso chiedono di poter accedere ai dati personali dell’utente, il 56% degli intervistati pensa che dovrebbero anche offrire loro una scelta chiara tra pagare il servizio online, mantenendo i dati riservati, e non pagarlo mettendo in cambio i dati a disposizione del provider. di poterli

Ancora, un europeo su due apprezzerebbe “poter usare qualunque app offerta da qualunque app store sul loro smartphone” (49%) o poter trasferire le app su un altro telefono se cambiano sistema operativo (53%). Tra i consumatori più giovani (15-24 anni), è il 65% a richiedere questa libertà di usufruire di qualunque app e app store, indipendentemente dal device mobile e dall’Os in uso.

Il sondaggio ComRes ha anche stilato una classifica degli ostacoli percepiti dai consumatori nel passaggio tra servizi su Internet diversi o tra diverse piattaforme di social media. “I miei amici non usano lo stesso servizio o provider” è la principale ragione per non cambiare social network (lo dice il 35%), seguita dall’impossibilità di trasferire i contenuti personali da una piattaforma all’altra (come foto o conversazioni, lo dice il 22%).

Quanto alle aziende telecom, i consumatori sono abbastanza soddisfatti in termini di affidabilità del servizio offerto, del supporto clienti e delle informazioni fornite sulle condizioni dei contratti. I consumatori intervistati hanno indicato che per loro è importante l’affidabilità delle connessioni, anche per avere la garanzia di poter sempre effettuare le chiamate di emergenza. Su una scala da 1 a 10, il punteggio medio delle telco è 7 e il 45% del campione classifica l’affidabilità delle aziende telecom come buona o eccellente.

Appartengono ormai invece al passato le cabine telefoniche e gli elenchi telefonici cartacei: poco usati da parecchi anni, i consumatori intervistati quest’estate da Etno e ComRes li considerano “oggetti da museo”; il 94% non usa da tempo un telefono pubblico e chi cerca un numero telefonico usa gli strumenti online, non gli elenchi stampati.

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