“Avere la capacità di saper riconoscere la realtà dei fatti, di saper decriptare la realtà per quella che è, di verificare la reale minaccia” all’interno del flusso di big data analizzato nella lotta al terrorismo “è uno degli elementi di forza della nostra struttura di sicurezza”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo questa mattina al seminario su sicurezza e terrorismo organizzato a palazzo Chigi dalla Polizia di Stato.
Renzi ha posto l’accento sull‘importanza del fattore umano nell’analisi e nell’interpretazione dei dati, sottolineando come “alcuni dati siano subdolamente tesi a dare un messaggio diverso dalla realtà, sono veri e propri elementi di una strategia di comunicazione che il nostro avversario prova a iniettare nel sistema. Nella semplificazione dei media – continua Renzi – sembra che l’Italia sia sotto minaccia del terrorismo mentre prima viveva nell’eden. Ma quando io andavo alle medie, la mafia metteva le bombe nelle città”, ha proseguito Renzi.
Al di là delle attività di prevenzione e contrasto contro il terrorismo, ha aggiunto il premier, un ruolo fondamentale può essere svolto dalla comunicazione: “Nonostante la diminuzione dei reati e un’attività di prevenzione più efficace, la percezione nel Paese è di paura – ha detto – Questo accade anche perché i cittadini mischiano le notizie sul terrorismo internazionale con la propria percezione di sicurezza. Se a questo si aggiunge che l’Isis gioca in maniera macabra sulla comunicazione, ad esempio rivendicando qualsiasi attentato, oppure con la decapitazione dei prigionieri, si capisce che c’è bisogno di una contronarrativa su cui non stiamo facendo abbastanza. C’è un elemento di comunicazione su cui lavorare. E questo non significa che la comunicazione sia in contrasto con la realtà. Comunicare bene ciò che viene fatto è un elemento psicologico di sicurezza per i cittadini. E’ fondamentale”.