OLTRE IL GIARDINO

Sotto stress il modello Peer

Troppi dati sulla rete. Telco e over-the-top alla resa dei conti. E la mole di bit che transiterà presso gli Ixps renderà presto squilibrati gli accordi sottoscritti

Pubblicato il 16 Set 2013

Dopo aver notevolmente impattato sul mercato della pay-Tv con un servizio streaming a prezzi molto competitivi, lo sviluppo dell’operatore Usa Netflix sta minacciando il tradizionale modello wholesale adottato dalle telco a causa della notevole quantità di dati generati.

A questo proposito il modello peer – che generalmente consta di un accordo tra diversi soggetti fornitori di banda per mandare e ricevere dati da differenti nodi della rete – si trova sotto stress a causa di uno squilibrio dovuto all’aumento significativo del traffico video, con Netflix principale causa del fenomeno. Secondo alcune stime, il volume di traffico video dovrebbe passare da 133 Exabyte nel 2012 a oltre 914 nel 2017, pari al 92% del traffico web gestito dai Content delivery network. Pertanto, la mole di dati che transiterà presso i vari nodi della rete (Ixps) renderà squilibrati gli accordi sottoscritti.

Netflix trova resistenze da parte di grossi player come Comcast e Time Warner e non è nuovo lo scetticismo con cui questi ultimi valutano l’opportunità di diventare parte di Open Connect. Infatti, una volta entrati a far parte del Cdn di Netflix, sarebbe estremamente arduo in futuro realizzare (e quindi monetizzare) un accordo di peering con l’Ott.

Il conflitto tra telco e il servizio di contenuti in streaming è rinvigorito dal fatto che i clienti del secondo operatore broadband, Verizon, cominciano a sperimentare una riduzione delle prestazioni della rete a causa dell’enorme quantità di dati immessa da Netflix. La frustrazione delle telco è ulteriormente aggravata dal fatto che Netflix – avendo ormai raggiunto quota 30 milioni di utenti negli Usa- mina seriamente il business pay-Tv di telco e Mso.

La situazione creatasi tra Verizon e Netflix solleva alcune domande sul modello di peering ed in particolare se questi accordi saranno ancora basati sulla reciprocità, oppure se le internet company dovranno pagare per l’utilizzo della banda da parte di alcuni dei loro servizi. Se il video richiede maggiore capacità di scambio dei dati e conseguentemente maggiori investimenti, sarà difficile convincere le telco a pagare per intero il conto. Gli operatori avranno bisogno di monetizzare questi accordi di peering (ad esempio con QoS, sicurezza e privacy quali value proposition aggiuntive) o le web company avranno bisogno di promuovere e investire per aumentare il numero di Ixp.

In più, con una maggiore quantità di video in Hd, la qualità diventa un fattore importante per telco e Ott. Il modello di peer gratuito potrebbe essere limitato mentre per una qualità superiore si potrebbe avere un prezzo come per un servizio premium, la domanda principale è se operatori come Netflix – che hanno margini di guadagno estremamente bassi – sarebbero disposti a pagare per vedersi garantito un determinato livello qualitativo.

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