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Svod, l’Europa fa scuola a sé

Negli Usa il video on demand ha superato la pay tv. Nel Vecchio Continente è invece frenato dalla frammentazione. E la competizione con i broadcaster tradizionali non decolla. La rubrica di Augusto Preta

Pubblicato il 16 Set 2016

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Come ricordato più volte in questa rubrica, la diffusione del broadband e la crisi del modello classico (premium) della pay TV porta con sé profondi cambiamenti nel modo di accedere ai contenuti audiovisivi da parte dei consumatori. Negli Usa ormai, secondo l’ultimo rapporto di ITMedia Consulting The future is (also) mobile, il mercato dello SVOD ha superato la pay TV, con circa 61 milioni di abbonati, cambiando radicalmente il modo attraverso cui film e serie vengono oggi consumati.

In Europa (occidentale) la situazione è diversa perché c’è un’evidente e forte frammentazione nei diversi mercati nazionali: le connessioni a banda larga, le barriere linguistiche e culturali, le differenze tecnologiche e lo sviluppo ritardato, la maggiore o minore maturità di alcuni mercati costituiscono barriere o comunque differenziazioni molto marcate rispetto alla possibilità di un mercato comune per i contenuti audiovisivi. Il numero di abbonati e la penetrazione nel Regno Unito e nel Nord Europa ad esempio non sono equiparabili al resto d’Europa: in generale c’è un alto livello di soddisfazione e i consumatori sono molto più connessi e fruiscono ampiamente dei servizi SVOD.

Il Regno Unito è il leader di un primo gruppo di Paesi come la Svezia, la Danimarca, la Finlandia e l’Olanda, che sono caratterizzati da un rapido tasso di adozione, con una conseguente precoce entrata di Netflix e una reazione da parte degli operatori nazionali molto forte. In alcuni di questi paesi Netflix è già il principale operatore a pagamento. I mercati della seconda fascia, tipicamente Francia e Germania, sono ancora relativamente nuovi, e riflettono una crescente consapevolezza del consumatori per queste nuove forme di intrattenimento: il numero degli abbonati è cresciuto rapidamente, anche se in misura minore come take-up iniziale rispetto ai Paesi della prima fascia, e crescerà ulteriormente negli anni a venire. Inoltre, anche se meno sviluppata rispetto al Regno Unito, l’offerta SVOD è molto dinamica e include tutti i tipi di programmazione su tutti i media esistenti, grazie ad un’ampia gamma di offerta e a un elevato numero di attori.

Ogni operatore ha le proprie peculiarità, che si riferiscono ad audience specifiche sia in termini di offerta che per la modalità di consumo. In questa fascia rientrano Austria, Belgio e Lussemburgo. A una terza fascia appartengono Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. I nuovi servizi SVOD non sono ancora in diretta competizione con i broadcaster tradizionali e spesso il consumatore manca dell’accessibilità (connessione), della cultura e dell’interesse necessari a fruire di questi servizi innovativi. In più, le barriere linguistiche permangono in fasce molto ampie della popolazione.

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