L'ANNUNCIO

Patroni Griffi: “Cie al via nella primavera 2013”

Il ministro della PA annuncia il lancio della carta d’identità elettronica. In programma la distribuzione di 8 milioni di documenti, per un costo complessivo di 62 milioni di euro

Pubblicato il 28 Set 2012

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Il governo conta di distribuire le prime carte d’identità elettroniche “nella primavera 2013”. Lo ha annunciato, nel corso di Radio Anch’io, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi. Inoltre, ha proseguito il ministro, il programma è di distribuirne circa 8 milioni l’anno (avrà durata decennale), per un costo di circa 62 milioni di euro l’anno. Il documento avrà caratteristiche particolari di sicurezza e sarà una carta per accedere online ai servizi della PA e di effettuare pagamenti.

Un progetto, quello della Cie, considerato “la chiave dello switch off della PA” da Paolo Donzelli, coordinatore dell’ufficio Progetti strategici per l’innovazione digitale di Palazzo Chigi e responsabile del tavolo e-gov della cabina di regia per l’Agenda digitale.

Istituita per la prima volta con decreto nel 2000, la Cie è costata – solo per le sperimentazioni che sono ancora in corso – 300 milioni di euro. Nella prima fase vi avevano aderito 156 comuni. Nel 2005 un decreto di Silvio Berlusconi stabilisce che dal primo gennaio 2006 gli 8mila comuni dovevano fornire solo carte d’identità elettroniche e non più cartacee. Lo Stato affida il compito di realizzarle a “Innovazione e progetti”, società controllata da Poligrafico dello Stato, Poste e Finmeccanica. Ma il costo a carico del cittadino è troppo alto: 30 euro che diventando 20 nel successivo governo Prodi. Il “taglio dle prezzo” fa ritirare la società conotrollata e tutto passa in mano al Poligrafico dello Stato. Ma Finmeccanica fa ricorso al al Consiglio di Stato e vince. Il progetto viene bloccato.

La Cie torna alla ribalta nel maggio 2011, quando il decreto sviluppo del governo Berlusconi la reintroduceva per semplificare il procedimento di rilascio dei documenti di identificazione dei cittadini. L’obiettivo era quello unificare la card con la tessera sanitaria, per avere così un solo documento contenente tutti i dati utili. Contestualmente il ministro della PA e Innovazione fa calare ancora il prezzo del documento che non deve superare i 10 euro. Il decreto sviluppo rimanda a un decreto attuativo del Mef che però non è stato mai varato. Il motivo? Secondo l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti occorreva “ancora individuare la specifica copertura finanziaria necessaria per l’emissione della carta da parte delle amministrazioni”.

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