Era settembre del 2013, quando Tripwire sollecitò il neo nominato sindaco Ignazio Marino a mantenere la promessa marinara ereditata dal suo predecessore, a proposito di Smart City e Open Data. Atac, nonostante i ripetuti proclami di Gianni Alemanno di nozze imminenti fra traffico romano e hitech, aveva interdetto “In Arrivo HD” ed “Express”, due app per l’uso sinergico di bus Atac e taxi, segnalando via smartphone l’itinerario migliore e più economico. Non era affatto chiaro perché Atac si chiudesse agli sviluppatori esterni. Si sospettava tanta stupidità senza escludere effimeri tentativi d’accaparrare una posizione dominante per un’app comunale, “Chiamataxi”, costosa per le casse del Campidoglio e inconcludente sul piano pratico.
Oggi possiamo dare volentieri atto a Ignazio Marino che tutto questo appartiene al passato. Un comunicato dello sviluppatore di In Arrivo HD (ambiente Apple) tranquillizza gli utenti: è operante la capacità di calcolare sinergicamente il percorso su autobus, metro e taxi, con previsione attendibile dei tempi di arrivo/partenza e mappature di itinerari e fermate. Tutto possibile perché “Roma Agenzia della Mobilità” mette a disposizione degli sviluppatori un’interfaccia per accedere ai dati direttamente sul loro backoffice. A Roma va bene.
E a Milano? A Palazzo Marino autocertificano servizi in open data e “incoraggiamenti” alle app utilizzatrici. Se va così per le app di Expo 2015, stiamo freschi. Le info sui bus Atm sono precluse, nonostante le promesse di stile analogo a quello di Alemanno. Insomma Marino fa meglio di Palazzo Marino e Roma la “famigerata” arrivò laddove Milano virtuosa non si sogna.