La spesa in tecnologia delle strutture sanitarie è in crollo, e nel 2013 si è attestata al -11% rispetto all’anno precedente. I settori in cui si investe di più sono quelli della Cartella Clinica Elettronica, dei sistemi di front end e della gestione amministrativa, con una maggiore attenzione che viene riservata all’assistenza ospedaliera rispetto a quella territoriale. Sono i dati che emergono dalla ricerca 2014 dell’Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, che sono stati presentati questa mattina al convegno “Innovazione Digitale in Sanità: l’Ict non basta!”, nell’Aula De Carli del Politecnico di Milano.
“Investendo in ICT il minimo indispensabile, solo per automatizzare l’esistente, si sta accompagnando il declino del sistema – afferma Mariano Corso (nella foto) responsabile scientifico dell’Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano – L’investimento in nuove tecnologie invece andrebbe concepito nel quadro del passaggio a un nuovo modello integrato e intelligente, uno ‘Smart care System’, in grado di prendersi carico dei pazienti nelle fasi acute e a livello ospedaliero così come nell’assistenza domiciliare e sociale, con una governance condivisa dell’innovazione in cui l’ICT abiliti la collaborazione tra i diversi attori”.
Dai lavori del convegno è emersa la necessità di più investimenti, con l’Ict che da sola non è sufficiente per l’innovazione del sistema. “Serve un nuovo modello di cura e assistenza integrato e intelligente – si legge in una nota dell’osservatorio – Dalla completa adesione delle aziende sanitarie agli Shared Services 150 milioni di euro di risparmio a livello nazionale”.
“L’innovazione digitale della Sanità italiana oggi è una soluzione obbligata, l’unica in grado di modernizzare il sistema e permettergli di reggere l’impatto della crescita della domanda, fermando il decadimento in atto di qualità ed efficienza – continua il comunicato – Ma la spesa complessiva per la digitalizzazione della Sanità italiana nel 2013 si è ridotta del 5%, dopo il calo già registrato lo scorso anno, raggiungendo quota 1,17 miliardi di euro, appena l’1,1% della spesa sanitaria pubblica, pari a 19,72 euro per abitante. Una contrazione che riguarda in particolare le strutture sanitarie, dove la spesa tecnologica è crollata dell’11% in un anno”.
“In un Sistema Sanitario tra i meno costosi d’Europa (3.012 dollari di spesa sanitaria pro capite, oltre un terzo inferiore alla media dell’area Euro), nel Paese più vecchio del continente, dove la qualità delle prestazioni sanitarie erogate é sensibilmente inferiore rispetto alla media europea – continuano dall’osservatorio – la “spesa” tecnologica in sanità continua a essere tagliata e gestita in ottica frammentata e locale per una pura automazione dell’esistente. Servono nuovi investimenti, avendo presente però che l’Ict da sola non è sufficiente. Per difendere il Sistema Sanitario pubblico oggi in Italia è necessaria una riforma profonda del modello di cura e assistenza, uno “Smart Care System” in cui le tecnologie digitali possono abilitare l’interazione tra gli operatori del sistema socio-sanitario e i cittadini”.
La ricerca è basata su un’analisi empirica che, attraverso survey e studi di caso, ha coinvolto circa 300 attori tra Cio, direttori generali, direttori amministrativi, direttori sanitari, direttori sociali, medici specialisti, referenti regionali e, grazie alla collaborazione con Doxapharma e la Fimmg, 703 medici di medicina generale e 1001 cittadini rappresentativi della popolazione italiana.
Dalla ricerca è emerso inoltre che i medici di medicina generale usano tablet e smartphone soprattutto per funzionalità di base, come invio di certificati online, gestione schede individuali dei pazienti e supporto alle visite a domicilio. I cittadini, dal canto loro, utilizzano app per la salute e il web per scaricare i referti, ricercare informazioni e scambiare email con il proprio medico.
Durante il convegno è stato assegnato il Premio Innovazione ICT in Sanità, a Fondazione Poliambulanza di Brescia, Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, Aou Ospedali Riuniti di Ancona, Provincia Autonoma di Trento, Ulss 6 di Vicenza, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus e Federfarma Lombardia. Ad aggiudicarsi il premio Fiaso è stata l’Asl 2 Savonese.