PROGRAMMAILFUTURO

Scuola, il Miur: “Coding in classe già per 22mila studenti”

Secondo i dati del ministero l’insegnamento della programmazione informatica è al momento sperimentato in 1.176 classi, da 448 docenti. Giannini: “Siamo nel secolo dell’alfabetizzazione digitale”

Pubblicato il 03 Dic 2014

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“Se il Novecento è stato il secolo dell’alfabetizzazione di massa, quello attuale è il secolo dell’alfabetizzazione digitale. E’ necessario che i ragazzi si convertano dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le opportunità che la società è già oggi in grado di offrire”. A sottolinearlo è Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, presentando i dati dell’insegnamento del Coding, il linguaggio pe rla porgrammazione informatica, nella scuola italiana.

Secondo i dati del ministero sono 1.176 le classi, 448 gli insegnanti e oltre 22.000 gli studenti che hanno già sperimentato il coding a scuola grazie al progetto triennale “Programma il Futuro”, nato dalla collaborazione fra il Miur e il Cini.

Partendo da un’esperienza di successo avviata negli Usa che ha visto nel 2013 la partecipazione di circa 40 milioni di studenti e insegnanti di tutto il mondo, spiegano dal Miur, l’Italia si colloca oggi fra i primi Paesi a sperimentare l’introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell’informatica attraverso la programmazione. “L’iniziativa Programma il Futuro – si legge in una nota del ministero – si inserisce fra gli obiettivi del documento del governo ‘La Buona Scuola’ che punta a fare della scuola una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell’era digitale”.

“I numeri – prosegue il ministro – ci dicono che c’è un interesse da parte dei nostri ragazzi e dei nostri insegnanti per questo tipo di sfide; siamo felici di offrire loro un Progetto che risponde a un’esigenza di cambiamento e innovazione che nasce in primo luogo proprio fra i banchi”.

“In un prossimo futuro nessun lavoro potrà più prescindere dalla cultura digitale – afferma Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale – già oggi nel nostro Paese vi sono oltre 20mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti skills digitali e si prevede si possa arrivare a oltre 170mila nel 2020. Al contempo è in crescita anche la richiesta di figure con competenze informatiche in tutti gli altri settori economici, con circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il 2020. Programmailfuturo rappresenta dunque un primo passo fondamentale per trasformare la scuola italiana in una fucina di competenze in grado di accompagnare l’innovazione digitale e rispondere in modo efficace alle nuove esigenze del mercato del lavoro”.

“Per essere adeguatamente preparato a qualunque lavoro vorrà fare da grande, a uno studente è ormai indispensabile una comprensione dei concetti di base dell’informatica – aggiungono Enrico Nardelli e Giorgio Ventre, coordinatori del progetto per conto del Cini – Esattamente com’è accaduto nel secolo passato per la matematica, la fisica, la biologia e la chimica”.

Miur e Cini hanno reso disponibili alle scuole una serie di lezioni, interattive e non, che ogni istituto può utilizzare, senza particolari requisiti o abilità tecniche, compatibilmente con le proprie esigenze e la propria organizzazione didattica. Il prossimo appuntamento con Programmailfuturo sarà nella settimana dall’8 al 14 dicembre, in cui è prevista una partecipazione di oltre 8.000 classi e 155.000 studenti. Le attività dell’anno scolastico 2014-15 proseguiranno successivamente, con una premiazione finale a maggio. Il progetto triennale, basato su Code.org, si avvale della collaborazione, attraverso accordi quadro, di associazioni nazionali di categoria, quali Confindustria Digitale e Iab Italia (Internet Advertising Bureau Italia).

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