ISTRUZIONE

Arriva Flipped Classroom, la scuola hi-tech “ribaltata”

Il nuovo pproccio didattico cnon prevede più lezioni frontali in classe e compiti a casa. Nelle aule pc, tablet e smartphone e da casa lezioni in podcast e video tutorial preparati dai docenti. Se ne parla alla Città educativa di Roma, ospite d’eccezione Tullio De Mauro

Pubblicato il 11 Feb 2015

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Si chiama “flipped classroom”, ovvero classe capovolta. Niente più lezioni frontali in classe e compiti a casa. Gli studenti a scuola lavorano con pc, tablet e smartphone, mentre a casa la lezione si assimila con podcast e video tutorial preparati dai docenti. Con la flipped classroom viene sperimentato anche in Italia un modo innovativo, cooperativo e inclusivo di fare scuola, che ribalta tempi, luoghi e ruoli tradizionali del processo di insegnamento-apprendimento.

Si parlerà di questo nuovo approccio venerdì 13 febbraio, alle ore 10, presso la Città educativa di Roma, dove si terrà il primo convegno nazionale di didattica capovolta (“flipped”), organizzato dall’associazione Flipnet in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale.

Ospite atteso il professore emerito Tullio De Mauro, linguista ed esperto di didattica innovativa, che discute con docenti provenienti da tutta Italia le potenzialità dell’approccio flipped learning, soprattutto se integrato con il modello di educazione per la vita. L’evento prosegue con una conferenza in plenaria con gli interventi di Alfonso Molina (Università di Edimburgo), Pier Cesare Revoltella (Università Cattolica di Milano), Mario Castoldi (Università di Torino) e Paolo Ferri (Università di Milano Bicocca). La giornata si conclude con workshop paralleli dedicati alla scuola primaria e a quella secondaria. Il format dei lavoro comune prevede che i partecipanti usino il proprio smartphone o tablet per sperimentare da subito la metodologia della classe capovolta.

La didattica capovolta nasce dalla necessità di adeguare il sistema formativo alle nuove sfide educative, proponendo attività più coinvolgenti, in modalità blended, come esercitazioni, casi di studio e laboratori che si adattano in modo flessibile alle capacità di ciascun studente, con attenzione specifica anche ai bisogni educativi speciali.

A dare respiro europeo al convegno è la presenza di un agguerrito gruppo di docenti che sta lavorando da alcuni mesi sulle tecnologie mobili grazie al progetto “M-Learn – Training Teachers to use mobile (hand held) technologies within mainstream school education”, attuato nell’ambito del programma per l’apprendimento permanente Comenius. La Fondazione Mondo Digitale è uno dei sei partner.

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