IL PIANO

Banda ultralarga, scende in campo Renzi: “Il piano si farà, accelereremo”

La nuova consultazione alle porte: secondo quanto risulta a CorCom pronta la lettera che Infratel dovrà inviare alle telco, ma restano da definire alcuni dettagli sui vincoli agli investimenti. Ancora al palo il decreto sul credito di imposta: il Mise non ha ancora sciolto il vincolo della copertura finanziaria. Ma il premier assicura: “Farò la mia parte”

Pubblicato il 04 Mag 2015

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“Farò la mia parte per accelerare” sul piano della banda ultralarga. Lo ha assicurato il premier Matteo Renzi, ha rispondendo a Piazza Affari, ad una domanda di un imprenditore in merito alle tempistiche di realizzazione del piano e sugli incentivi. L’impegno in prima persona Renzi lo aveva annunciato anche il 24 aprile in occasione della partecipazione al programma de La 7 “Otto e Mezzo”: “Stiamo mettendo soldi e arriveremo a un risultato”, aveva detto riferendosi al piano.

Il piano banda ultralarga (Bul), infatti, è in attesa di essere messo di nuovo a consultazione dopo gli annunci di Telecom Italia sul progetti di cablare in Ffth/b 40 città. Stando a quanto risulta a CorCom la lettera che Infratel dovrà inviare agli operatori è praticamente pronta e la procedura sarà avviata a giorni. A mancare – dicono dal Mise – sono i dettagli dell’ultim’ora, oggetto di colloqui tra Palazzo Chigi e il ministero stesso: sul tavolo la questione di come vincolare gli operatori agli impegni presi con i propri piani di investimento, in linea con la normativa europea.

La consultazione durerà un mese e servirà a definire le nuove “aree nere”, quelle cioè dove non ci sarà necessità di interventi pubblici per il raggiungimento degli obiettivi del piano Bul, 100% del territorio a 30 Mbps e 50% della popolazione collegata a 100 Mbps.

Il decreto sul credito di imposta previsto dallo Sblocca Italia è, invece, ancora fermo al ministero dell’Economia che non ha ancora sciolto l’obiezione sul bando 2015 relativa al problema di copertura finanziaria .

Entro maggio, così come annunciato nelle scorse settimane dal Mise, dovranno essere notificati a Bruxelles gli aspetti operativi dei nuovi strumenti introdotti con il piano Bul: oltre al credito d’imposta ci sono il fondo di garanzia di cui il governo sta discutendo con la Banca europea degli investimenti e con Cassa depositi e prestiti nonché il voucher per l’accensione dei servizi sulla rete di nuova generazione.

Per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda europea 2020, il piano Bul prevede investimenti per circa 12 miliardi, di cui 6,5 pubblici. Di questi circa 2 miliardi provengono dai fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) che, tuttavia, non saranno sufficienti in nessuna regione italiana per raggiungere i livelli di copertura previsti dal piano Bul. “Di qui la necessità da parte del governo di negoziare un accordo con le regioni per l’utilizzo dei circa 4,5 miliardi del Fsc (Fondo sviluppo e coesione)”.

Conclusi tutti i bandi regionali per la banda larga sono nel frattempo partiti i primi bandi di gara Infratel per la banda ultralarga in 8 regioni (Sicilia, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Molise, Lazio e Toscana), alcuni a incentivo, altri a intervento diretto. Sempre con le Regioni e i Comuni il Mise sta lavorando alla messa a punto delle regole tecniche del Catasto nazionale delle infrastrutture, previsto dallo Sblocca Italia, uno strumento che si stima possa abbattere i costi di posa della fibra del 20%.

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