Fascicolo sanitario elettronico rinviato a dicembre

Doveva diventare realtà in tutte le regioni entro il 30 giugno, ma è ormai certo un rinvio di sei mesi. A quanto risulta al nostro giornale, Agid e ministero della Salute si sono accordati per darsi più tempo e si apprestano a comunicarlo alle Regioni. Il decreto attuativo giace a Palazzo Chigi da 22 mesi

Pubblicato il 08 Mag 2015

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Per il Fascicolo Sanitario Elettronico se ne riparla a fine dicembre, cioè sei mesi più tardi rispetto alla scadenza di legge, che era fissata per il 30 giugno.

A quanto risulta al nostro sito, è una decisione presa informalmente da Agid e ministero della Salute in riunioni dei giorni scorsi e non dovrebbe manifestarsi con un atto amministrativo esplicito. Si conferma quindi un timore che il CorCom aveva presentato già l’anno scorso.

Che non si potesse più centrare l’obiettivo del 30 giugno era, del resto, ormai certo e inevitabile, poiché non è ancora arrivato il decreto attuativo del Fascicolo. Giace a Palazzo Chigi da 22 mesi, mentre pare che l’Agid- da parte sua- aveva rispettato le scadenze (con linee guida e un portale dedicato). Ma senza decreto le Regioni non possono partire. Né possono sapere nel dettaglio quello che devono fare. Alcune di loro sono andate avanti lo stesso, con gruppi di lavoro, e ne sono nati anche casi di successo: l’esperienza emiliano-romagnola di “SOLE” e trentina di “TreC”, che offrono all’assistito un portale con tutti i suoi bisogni afferenti alla sfera della salute e dell’assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale. Arrivano anche a ricomprendere gli eventi generati “al di fuori” del sistema sanitario nazionale (dentista, sanità privata, eventi clinici generati all’estero) e quelli “personali” (scadenzario, piani terapeutici, cassetto amministrativo-fiscale eccetera)..

Risultano già pronte a partire anche la Lombardia e la Toscana, per un totale di 10 milioni di cittadini che risultano già utilizzatori di un Fascicolo Sanitario Elettronico su scala locale, a quanto risulta all’Osservatorio Netics. Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Sardegna hanno invece attivato almeno singole componenti del Fascicolo o ne hanno delegato le funzioni alle Asl.

Ci sono poi le Regioni che, decreto a parte, non sarebbero mai riuscite a soddisfare la scadenza del 30 giugno e che quindi già avevano chiesto al Governo un rinvio ad (almeno) settembre: Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Liguria. Il Lazio ha, eccezionalmente, una gara in corso sul Fascicolo e forse non sarebbe riuscita a terminare per il 30 giugno.

Il rinvio di sei mesi, deciso centralmente, dà ossigeno ai ritardatari ma rallenta chi era già pronto a partire. Nella speranza che il decreto non si faccia attendere ancora e che quindi non ci siano ulteriori ritardi.

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