PUNTI DI VISTA

Pay tv e contenuti, tornano le telco

Sono sempre di più gli attori del mercato audiovisivo. Obiettivo: aumentare il traffico sulle reti e nuovi ricavi. La rubrica di Augusto Preta

Pubblicato il 20 Nov 2015

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Come spesso ricordato in questa rubrica, l’attuale sviluppo di internet è sostenuto dalla crescente disponibilità della banda larga e ultra-larga, che favorisce l’incremento nella domanda di servizi TV e video (VOD).

Di conseguenza, secondo l’ultimo rapporto annuale di ITMedia Consulting, Turning Digital, un numero sempre maggiore di attori sta facendo il proprio ingresso nel mercato audiovisivo a cominciare dalle telecom che ritornano o rafforzano la loro presenza nel settore dei contenuti e della pay TV. Tutto ciò spinge le telcos verso il consolidamento, al raggiungimento della massa critica richiesta per ingenti investimenti per il deployment della rete e l’acquisizione di contenuti.

L’obiettivo è di promuovere i servizi a banda larga di quadruple-play, creando nuove fonti di ricavo oltre ad aumentare il traffico sulle sue reti e acquisire in questo modo un vantaggio competitivo sulle telcos rivali. Tale strategia è comune a tutti i player dei maggiori mercati europei, ad eccezione dell’Italia, dove le telco non investono in pay TV e acquisto di contenuti, preferendo piuttosto siglare accordi direttamente con i broadcaster e i player OTT, come Sky, Mediaset e Netflix. Il consolidamento dunque avviene attraverso fusioni e acquisizioni da parte di grandi operatori telecom e via cavo di imprese di pay TV, piattaforme di content delivery e acquisizioni di contenuti premium. In questo processo è possibile identificare due possibili approcci: accesso alla pay TV: le telco integrano il canale pay TV con il loro core business di telefonia e broadband attraverso acquisizioni dei provider di contenuti premium pay TV; accesso ai contenuti: le telco acquisiscono contenuti premium direttamente dai detentori dei diritti e entrano in competizione con gli incumbent pay TV. Entrambi le strategie permettono alle telco di competere con le piattaforme pay TV, così come con i loro tradizionali rivali nella fornitura dei servizi in bundle.

Tra gli esempi più importanti della prima strategia l’acquisizione di Canal Plus in Spagna, il principale operatore satellitare di pay TV da parte dell’incumbent telco Telefònica, una serie di fusioni e acquisizioni a livello europeo sviluppate da Vodafone, che hanno consentito l’inserimento nel settore della tv via cavo e il lancio del quadruple-play sia sul fisso che sul mobile: Liberty Media, il maggiore operatore via cavo europeo, dopo l’acquisizione di Virgin Media ha acquistato altri canali e operatori di cable tv in nord Europa. Inoltre, circolano voci di una possibile acquisizione da parte di Altice del comparto wireline di Verizon oltre all’olandese KPN e all’interesse di Vodafone per Liberty Global.

Per un approfondimento del secondo approccio si rimanda al prossimo numero della rubrica.

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