PA DIGITALE

E-fattura, scatta l’ora B2B: stimati risparmi fino a 4 miliardi

Diventa operativa la fatturazione elettronica tra privati: aggiornato il Sistema di Interscambio e il formato “Fattura PA”. E il governo punta sugli incentivi per spingere la diffusione tra le imprese

Pubblicato il 11 Gen 2017

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Il 2017 sarà l’anno della fatturazione elettronica tra privati. Dallo scorso 9 gennaio il progetto è diventato operativa, dopo un iniziale periodo di sperimentazione. Per far partire l’iniziativa è stato modificato il formato Fattura PA che, nella versione precedente, era utilizzabile solamente per la trasmissione delle fatture elettroniche verso le PA.

Per consentire il passaggio dal vecchio al nuovo formato, dal 1° all’8 gennaio 2017 il Sistema di Interscambio è stato aggiornato – e temporaneamente non funzionante – in modo da consentire l’immissione di documenti nel nuovo formato “Fattura PA 1” dallo scorso lunedì. I soggetti interessati (pubbliche amministrazioni e loro fornitori, operatori che intendono utilizzare il Sistema di Interscambio) devono però procedere con un adeguamento alle nuove specifiche tecniche.

Non sono necessarie particolari operazioni per le pubbliche amministrazioni che gestiscono manualmente la ricezione delle fatture (dovrà essere recepito un nuovo foglio di stile, disponibile sul sito www.fatturapa.gov.it ).

Al contrario, le PA che fanno utilizzo di procedure automatizzate devono procedere con la predisposizione di una soluzione di adeguamento (all’interno dello stesso sito è presente un documento con le indicazioni operative necessarie).

Secondo il Mef se il progetto funziona, la stima minima è di 3-4 miliardi di risparmi. “La fatturazione elettronica è conveniente ad ogni livello: consente un risparmio quantificabile per ciascuna fattura gestita, rispetto ai modelli di fatturazione “tradizionali” e questo vale non solo per le grandi aziende, ma anche per le realtà più piccole”, dicono dal Mef.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, il beneficio del passaggio dal processo “tradizionale” alla fatturazione elettronica si assesta tra i 7,5 e gli 11,5 euro a fattura, per organizzazioni che producono/ricevono un volume di fatture superiore alle 3.000 all’anno. Il risparmio deriva da una serie di attività per le quali occorreva l’utilizzo di manodopera “umana”: stampa e imbustamento delle fatture, interazione con il cliente, conservazione dell’archivio cartaceo, senza dimenticare il costo della burocrazia legata ai diversi passaggi autorizzativi al pagamento delle fatture.

Lo scopo della fatturazione elettronica tra privati è, nell’idea del Governo, quello di potenziare l’integrazione tra tutti i protagonisti della filiera del valore: produttori, fornitori, addetti alla logistica e distributori, per arrivare, sempre più spesso, ai clienti finali.

Per spingere i privati ad usare la fattura elettronica il Governo ha studiato un particolare sistema incentivante, fatto di crediti d’imposta e di altri strumenti, a tutto vantaggio delle imprese. Le aziende che decideranno di optare per l’applicazione del nuovo regime, che avrà una durata di 5 anni a partire dall’inizio dell’anno solare in cui è esercitata e, salvo revoca, rinnovata di quinquennio in quinquennio, potranno godere di una riduzione degli adempimenti fiscali. Le aziende che sceglieranno la fattura elettronica godranno, infatti, di una serie di esenzioni da altrettanti obblighi di comunicazione relativi a operazioni rilevanti ai fini IVA (Spesometro), contratti di leasing e operazioni con paesi black list. Altri benefici riguardano i rimborsi Iva, che saranno più veloci (in tre mesi) e ci sarà, inoltre, la semplificazione dei controlli fiscali, niente scontrino fiscale e la riduzione di un anno dei termini di accertamento (che passano da 4 a 3 anni).

Intanto la PA resta in attesa delle norme che adeguano lo spesometro al nuovo funzionamento del sistema Fattura PA.

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