DIMENSIONE SPAZIO

Di Pippo: “Lo Spazio non ha genere, anche le donne ai vertici”

La fondatrice di Women in Aerospace Europe scommette sulle quote rosa: “Per invertire l’attuale trend bisogna intervenire sui comitati di selezione”

Pubblicato il 28 Ott 2013

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“Lo spazio non ha genere”. Simonetta Di Pippo, astrofisica e unica donna al mondo ad avere ricoperto il ruolo di direttore del Volo Umano nell’Agenzia Spaziale europea dal 2008 al 2011, racconta il suo impegno affinché alle donne vengano date le stesse opportunità che agli uomini. Di Pippo ha fondato Women in Aerospace Europe che si occupa di creare condizioni favorevoli alle pari opportunità in un settore strategico come quello spaziale. E l’associazione ha recentemente battezzato un chapter a Roma.

Sono poche le donne attive nell’aerospazio. Samantha Cristoforetti è l’unica donna astronauta europea. Ai vertici delle agenzie spaziali di donne nemmeno l’ombra.
Ovviamente è una situazione radicata anche in altri settori, ma che è maggiormente evidente in quelli ad altissima specializzazione tecnologico-scientifica. Quante donne abbiamo avuto in Italia nominate presidenti di un ente di ricerca? Pochissime, e solo molto di recente. E quante donne sono riuscite ad essere nominate in posizioni strategiche in Esa? Solo due dal 1975 (anno della nascita dell’Agenzia ndr) ad oggi. E la motivazione non può essere certo che non ci sono donne all’altezza.

E qual è la motivazione?
La mia convinzione è che i comitati di selezione sono quasi sempre a forte maggioranza maschile. Se a questo associamo il fatto che il modo di fare leadership e management nelle donne è molto diverso, ecco il mix “esplosivo” che impedisce l’avanzamento professionale. Spesso gli uomini messi a selezionare personale altamente qualificato hanno difficoltà oggettive a capire le potenzialità delle donne che hanno davanti. Credo che il primo versante su cui lavorare è diversificare i sessi nei comitati di selezione.

Ma è anche vero che sono poche le donne con alti skill tecnologico-scientifici. C’è ancora un problema di scelta professionale e di percorso di studi che ci porta verso altri tipi di discipline?
È stato vero fino a qualche anno fa. Oggi metà dei laureati in discipline scientifiche è donna. Casomai il punto critico è che solo il 13%-14% di loro arriva a ricoprire posizioni apicali. Ecco perché insisto molto sulla composizione dei comitati di selezione.


Quindi le quote rosa servono anche nello Spazio dove invece si dice sempre che eccelle il merito?
Per molto tempo, soprattutto nei primi anni di lavoro, ho pensato che le quote rosa fossero strumenti buoni per animali in via di estinzione. Quindi ho lavorato con impegno, provando a “resistere un minuto più degli altri”. Ma quell’impegno mi ha anche fatto capire che le donne non partono da parità di condizioni di accesso alle professioni e, quindi, per loro è più difficoltoso far emergere le capacità. Oggi sono convinta che le quote rosa siano necessarie ad innescare un processo che, una volta consolidato, andrà da sé. Perché solo a parità di condizioni il merito emerge.


E per sostenere le donne è nata Women in Aerospace Europe nel 2009. Che bilancio fa delle attività dell’associazione?
Positivo. Lo dimostra il fatto che abbiamo inaugurato il chapter a Roma, la città dove ha sede l’Agenzia spaziale italiana. La scelta non è stata casuale, l’Asi ha un peso importante in Europa e abbiamo pensato che “presidiare” questa città fosse importante.


Quali sono gli obiettivi?
L’obiettivo è creare una rete globale di associazioni federate con Wia US, la capostipite, e le altre nate in Canada, Africa, America Latina e ovviamente Europa. Aiutiamo le giovani donne a credere che possono realizzare il loro sogno e le indirizziamo nelle scelte e nella crescita professionale. Perché ciò che manca è la capacità di fare network, che invece caratterizza il “potere” degli uomini, nell’ottica anche di impostare una presenza sistematica di donne ai vertici di aziende, enti e consigli scientifici. E mettere la parola fine alla “scusa” che viene usata spesso ovvero che non si trovano donne all’altezza.

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