Sono 189 le candidature per la carica di direttore generane dell’Agenzia per l’Italia digitale. Il ministero della PA e Semplificazione ha pubblicato l’elenco dei nomi.
Come anticipato da CorCom ci sono i nomi di Nello Iacono, (Stati Generali dell’innovazione), Massimo Melica (avvocato), Paolino Madotto (direttore Cefirst- università di Roma Tor Vergata) e Stefano Stegani (amministratore di Airgrid Network). Spulciando la lista alcune pesronalità interne ad Agid, come Francesco Tortorelli e Mauro Nicastri. Hanno presentato il cv anche Scott Marcus, uomo di Francesco Caio, del team di esperti che elaborò il primo report su quello che poi sarebbe diventato il piano banda ultralarga, e Roberto Moriondo. Anche Mario Dal Co, ex consulente di Renato Brunetta ai tempi del suo ministero, si è candidato.
Tre le donne Clara Fresca Fantoni, presidente di Assinter, e Liliana Fratini Passi dg del Consorzio Cbi.
Ieri il ministro Marianna Madia ha fatto sapere che la nomina avverrà in tempo stretti e che il nuovo dg opererà sulla scia del lavoro di Caio prima e Poggiani poi. Stando a quanto risulta a CorCom il ministro non esclude la possibilità di nominare un interno ad Agid e dunque una personaltà che conosce bene la macchina e gli equilibri interni all’ente.
E in vista della nomina gli Stati Generali della Memoria digitale chiedono maggiore trasparenza nei criteri di selezione. “Anche alla luce dell’importanza che occorre giustamente dare al principio di Trasparenza della PA e all’uso degli Open Data ci sembra opportuno specificare che la Trasparenza non si ottiene con il solo utilizzo di strumenti tecnologici, i quali non sono da soli in grado di garantire la correttezza e la liceità nello svolgimento di alcuni processi – si legge nella nota – la Trasparenza deve essere, innanzitutto, alla base delle regole che gestiscono e normano lo svolgimento dei processi nelle PA centrali e periferiche, a maggior ragione se il processo in questione riguarda l’elezione del nuovo direttore dell’AgID, l’ente che promuove e attua dal punto di vista tecnico l’innovazione del Paese. Nello specifico l’avviso pubblico emanato da AgID per la selezione del nuovo direttore (oltre ad avere un’inadeguatezza proprio in termini tecnici, dal momento che per la sua pubblicazione è stato utilizzato un formato non idoneo) consente la libera candidatura degli interessati, ma lascia in ombra i criteri di selezione, specificando solo “la discrezionalità dell’autorità competente nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell’incarico”. Alla luce di quanto esposto riassumiamo in alcuni punti principali la nostra idea di un’AgID davvero in grado di incidere positivamente sul futuro dell’innovazione italiana, colmando il gap che ancora ci separa dai Paesi più sviluppati dell’Ue”.
In questo quadro si chiede che il direttore venga scelto “in base a una selezione davvero pubblica ed equa, seguendo criteri adeguati e t rasparenti e specificando a chi spetta il compito di selezionare, perché questa carica estremamente importante non venga alla fine gestita esclusivamente dalla politica e perché il prossimo direttore sia un manager tecnico o comunque una persona professionalmente capace di guidare il cambiamento conoscendonetutti i presupposti (e anche le difficoltà giuridico/amministrative)”.
E anche i sindacati dell’Agenzia per l’Italia digitale, nelle scorse settimane, si sono appellati al governo perché si intervenga su una governance. Fp-Cgil, Falbi e Rsu Agid hanno evidenziato come “la numerosità dei tavoli tecnici e comitati, che appaiono talvolta funzionali ad ottenere visibilità (ed in un caso accertato anche un contratto in Agid), ma che presentano scarsa efficacia ai fini del perseguimento degli obiettivi strategici dell’Agenda digitale”.
“Auspichiamo quindi che il Governo nomini immediatamente un nuovo vertice caratterizzato da competenza, determinazione ed esperienza che rappresenti un’interfaccia credibile verso gli stakeholder pubblici e privati coinvolti nel processo di innovazione della PA e del Paese- sottolineano – Auspichiamo inoltre che il nuovo dg sia in grado di rilanciare finalmente l’Agenzia come motore di sviluppo dell’economia digitale”.