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5G, la Campania in ritardo: Inwit annuncia un piano da oltre 20 milioni



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Si punta a realizzare 185 nuove torri di Tlc e coperture Das indoor entro il 2026. Ma serve un cambio di rotta da parte degli enti locali, Suigo: “Persistono molte difficoltà nella realizzazione delle infrastrutture digitali nel territorio, troppi i regolamenti comunali contrari alla normativa nazionale”

Pubblicato il 3 mag 2024



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Oltre 20 milioni di euro per realizzare circa 185 nuove torri di telecomunicazione e coperture dedicate indoor, grazie alla tecnologia Das, per portare il segnale 5G in importanti strutture entro il 2026. Questo il piano di investimenti di Inwit per la Campania, regione ancora indietro sulla roadmap della quinta generazione mobile. Ad annunciarlo a Napoli il direttore Relazioni esterne, Comunicazione e sostenibilità della tower company Michelangelo Suigo, in occasione della presentazione del rapporto “Sussidiarietà e governo delle infrastrutture” – a cura della Fondazione per la Sussidiarietà – alla presenza del sindaco della città Gaetano Manfredi, del sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, del direttore scientifico di Asvis, Enrico Giovannini e del professore Lanfranco Senn della Fondazione.

Il tema dell’importanza dell’infrastrutturazione e della potenzialità delle reti 5G e a banda ultralarga per spingere la competitività dei territori è stato al centro del dibattito. Ma dal dire al fare ci sono di mezzo una serie di ostacoli nonostante il Pnrr spinga fortemente in direzione delle nuove reti e nonostante gli sforzi degli operatori di Tlc. E la Campania e fra le aree in cui resta forte un’inspiegabile ostilità.

Troppi regolamenti comunali “ostili”

“Persistono molte difficoltà nella realizzazione delle infrastrutture digitali in questo territorio”, ha evidenziato Suigo segnalando che “ci sono ancora troppi regolamenti comunali contrari alla normativa nazionale di settore ossia al Codice delle Comunicazioni elettroniche. Regolamenti che non consentono l’adeguata realizzazione delle reti 5G”. Un paradosso considerato che si va “contro il principio di sussidiarietà” e che si “restringe, purtroppo, l’impatto positivo degli interventi di semplificazione adottati a livello nazionale”. “Per superare questi ostacoli è importante che gli enti locali per primi comprendano il valore delle infrastrutture digitali e condivise, spesso ancora pensate come un problema – continua Suigo-. Le torri di telecomunicazione oltre ad abilitare servizi ormai di pubblica utilità ovunque, garantiscono anche maggiore sostenibilità sociale, specie nelle aree interne ancora in digital divide”. Suigo ha inoltre ricordato che il piano di investimenti Inwit per la Campania prevede la realizzazione di oltre 100 le torri nelle aree bianche nell’ambito del Piano Italia 5G del Pnrr “che consentiranno di abbattere il divario digitale dei territori”.

Uncem richiama i sindaci ad accelerare sul 5G

A tal proposito il presidente di Uncem, Marco Bussone, evidenzia “l’assurdità e l’inutilità di opporsi ai ripetitori per il 5G o ad altre reti. Noi siamo per la tecnologia, per le reti, per le infrastrutture, per abbattere il digital divide che oggi ci rende più deboli e più fragili, meno attrattivi nelle zone rurali e montane del Paese”. Uncem chiede dunque ai sindaci di favorire investimenti degli operatori e dello Stato: “Lavoriamo su intelligenza artificiale e blockchain, per usare bene i voucher che tutti i Comuni hanno ricevuto per la digitalizzazione. Ma per tutto questo c’è bisogno di reti”.

In vigore il rialzo dei limiti elettromagnetici

Intanto il 29 aprile entrato in vigore l’innalzamento dei limiti dei campi elettromagnetici a 15 V/m disposto dalla legge 214/2023: si tratta di un importante passo in avanti per lo sviluppo del 5G, annuncia il ministro per le Imprese e made in Italy Adolfo Urso evidenziando che le reti altamente performanti potranno rafforzare in maniera sostanziale la competitività del sistema Paese.

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