L’INTERVISTA

Telebit, Germano Quarta: “Evoluzione di reti e piattaforme deve marciare di pari passo”



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Determinanti gli investimenti nelle tecnologie emergenti e nelle attività di ricerca e innovazione anche e soprattutto facendo leva sulla collaborazione con il mondo accademico. Il Chief technology officer: “Con il progetto Restart esploriamo le nuove frontiere delle comunicazioni mobili”

Pubblicato il 9 lug 2024



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La trasformazione digitale sta portando una grande carica di innovazione nel mondo delle telecomunicazioni, chiamate sempre più a una integrazione con le opportunità offerte dalla più avanzate tecnologie nel campo dell’information technology. Gli attori che vogliono essere competitivi e offrire ai propri clienti soluzioni e servizi improntati all’efficienza e all’efficacia devono fare i conti con questa ”rivoluzione” e investire costantemente in ricerca e sviluppo per rimanere al passo con il mercato e le sue esigenze, stringendo alleanze con il mondo accademico e puntando alla formazione continua in azienda. È il caso di Telebit, come spiega a CorCom il Chief technology officer Germano Quarta.

Quarta, qual è la vostra vision riguardo il mercato tecnologico e su quali ambiti vi state focalizzando?

l’evoluzione del 5G avrà un impatto significativo sulle industrie e sui servizi pubblici, trasformando l’esperienza degli utenti; aprirà il mercato allo sviluppo di nuovi servizi, primi fra tutti le reti private virtuali e l’IoT. All’evoluzione delle reti si accompagna quella dei sistemi e delle piattaforme, a partire dal cloud. Un esempio lampante sono le reti OpenRan, simbolo della convergenza tra le Tlc e l’IT, che offrono nuove modalità di infrastrutturazione in affiancamento alle reti tradizionali. A questo si aggiunge l’intelligenza artificiale, soprattutto quando utilizzata a rinforzo dei processi produttivi. E infine un tema trasversale, il risparmio energetico e la sostenibilità, che decliniamo sia nel contesto interno che verso gli stakeholders.

Come vi state nuovendo per intercettare questa ventata di innovazione?

I nostri investimenti hanno l’obiettivo di garantire la solidità delle competenze tecniche delle nostre persone. Ne è un esempio il piano di formazione, originato dal Long Range Plan e del piano industriale dell’azienda, che punta su reskilling e specializzazione. Per sostenere il business, infatti, è necessario conoscere a fondo le tecnologie emergenti: il migliore modo per farlo è collaborare con le nostre Università, eccellenze nazionali per le tlc. Il radiomobile e la fibra ottica, le soluzioni digitali, il cloud e l’Open Ran, fino al fiber sensing e alla crittografia quantistica sono alcuni dei contesti innovativi su cui concentriamo i nostri investimenti.

Partiamo dal 5G, quali collaborazioni avete avviato?

Se parliamo di 5G, private networks e radio propagazione, con l’Università di Bologna e con Alma Mater. Stiamo lavorando a tesi di laurea con il dipartimento di Ingegneria dell’informazione “Guglielmo Marconi”. Con l’università La Sapienza di Roma, inoltre, abbiamo lanciato una collaborazione sul 5G e l’Open Ran. Dal punto di vista più “pratico”, abbiamo realizzato un laboratorio Open Ran nel nostro quartier generale di Dosson, in provincia di Treviso, mentre nella sede di Monterotondo, a pochi chilometri da Roma, ha trovato casa il laboratorio sulle Software Defined Networks. Più in generale, sulle reti OpenRan collaboriamo con numerosi player internazionali, per i quali svolgiamo il ruolo di integratori di sistema tecnologicamente formati per installare e manutenere ogni componente delle loro soluzioni.

E sul fronte delle università?

Collaboriamo sia con le università che con molti loro spin-off. Ad esempio, abbiamo recentemente lanciato un dottorato di ricerca con l’università di Padova rivolto a esplorare due temi strategici per future applicazioni in ambito fibre ottiche: il fiber sensing, cioè la possibilità di estrarre informazioni sull’ambiente in prossimità delle fibre ottiche, e il Quantum Key Distribution, tema legato alla sicurezza delle trasmissioni, che vengono ora crittografate mediante chiavi quantistiche. Dall’interazione tra le nostre esperienze e gli atenei sono nati anche studi e brevetti, uno fra tutti il PoC con alcuni nostri clienti particolarmente sensibili sul tema del risparmio energetico, che ha visto l’utilizzo di materiali innovativi per l’efficientamento di centrali e stazioni radio base. Quanto poi alle rotte più futuristiche, Telebit è entrata in Restart, programma finanziato con 116 milioni di euro dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del Pnrr – che rappresenta il più importante programma di Ricerca & Sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore telecomunicazioni.

C’è un progetto in questo ambito che ritiene particolarmente significativo?

In collaborazione con l’Università di Bologna, Roma Tor Vergata, Trento, Siena e la Fondazione Marconi, Telebit parteciperà alla riedizione dell’esperimento marconiano di trasmissione di un segnale radio a distanza, nella cornice di Villa Griffone, dimora di campagna di Guglielmo Marconi. In questa riedizione dell’esperimento introdurremo un elemento di modernità assoluta: l’impiego di “superfici intelligenti riconfigurabili” per la propagazione dei segnali radio. Le Ris rappresentano infatti la frontiera della propagazione radio, essendo superfici che possono guidare il segnale radio in maniera diversa a seconda di come vengono configurate via software.

Un ultimo passaggio sull’innovazione nei processi produttivi aziendali. Quali sono le sfide principali?

Le attività si focalizzano in particolare sull’impiego dell’intelligenza artificiale e sui sistemi di monitoraggio ambientale. Telebit sta applicando l’AI alla propria piattaforma Noc di manutenzione, per facilitare il processo di decision making, in modo che i tecnici in campo siano guidati nella risoluzione dei ticket, per efficientare le attività e per inserire giovani risorse nei processi produttivi, anche dove è richiesto un alto livello di specializzazione.

Quanto alla sostenibilità, al risparmio energetico e alle energie rinnovabili abbiamo sperimentato nei nostri headquarters un sistema di sensoristica coordinato da una piattaforma intelligente per effettuare analisi energetiche e ottimizzare i consumi degli impianti. In questo modo la nostra sede è diventata il nostro laboratorio, su cui definire il business case e costruire i servizi da poter rivolgere anche ai nostri clienti, in collaborazione con i nostri partner.

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