Vittorio Colao, Ceo di Vodafone, alza la voce e lancia l’allarme sul rischio di un ritorno di fiamma dei vecchi monopoli delle telco nel settore delle reti fisse. Il numero uno di Vodafone andrà a Bruxelles nei prossimi giorni e di fronte a Neelie Kroes, commissario europeo all’Agenda Digitale, esporrà le sue rimostranze: vent’anni dopo la fine dei regimi monopolistici, i vecchi incumbent stanno tentando di ricreare scenari protezionistici nell’accesso alle reti in fibra Ngn, che stanno realizzando nel Vecchio Continente. Se questo sarà il caso,
Colao dirà alla Kroes che Vodafone è pronta ad adire le vie legali contro la cosiddetta “rimonopolizzazione” del settore, e minaccia di sommergere la Commissione Europea di cause. “I vecchi monopolisti europei controllano ancora il 60%-70% dellle reti fisse e sono convinti che si tratti di un’ottima opportunità per rimonopolizzare il mercato”, ha detto Colao al Financial Times. “Se questo sarà il caso, posso dire che Vodafone renderà ricchissimi molti avvocati e che la Commissione Europea sarà molto ma molto impegnata nei prossimi anni – aggiunge Colao – Sarebbe un po’ deludente il fatto di aver lavorato negli ultimi 15 anni per al creazione di un mercato concorrenziale per arrendersi adesso al ritorno dei monopoli”.
Il numero uno di Vodafone ha detto chiaro e tondo che l’accesso alle reti fisse Ngn è un punto strategico per collegare fra loro il segmento mobile, la tv e i servizi broadband in un unico pacchetto destinato ai clienti mobile.
Gli operatori mobili come Vodafone dipendono dall’accesso alle reti fisse per la fornitura di servizi voce e dati. Ma nei grandi paesi europei come Germania, Francia e Italia sono soltanto gli incumbent – Deutsche Telekom, France Telecom e Telecom Italia – a disporre delle risorse necessarie per la realizzazione di grosse reti in fibra.
Il timore che spinge Colao è che gli incumbent possano tornare a farla da padroni grazie alla recente proposta di Neelie Kroes, che intende dare mano libera alle telco nel fissare le tariffe di accesso alle nuove reti in fibra Ngn, modificando così a loro favore il regime di più stretto controllo dei prezzi di accesso in vigore sulle vecchie reti in rame.
Per evitare restrizioni, Vodafone è già stata costretta a investire in una rete in fibra proprietaria in portogallo, continua il Financial Times, e Colao ha fatto sapere che il gruppo intende acquisire altri operatori di rete fissa per accaparrarsi l’accesso ai loro network.
Dal canto loro, i grossi incumbent hanno fatto sapere che non sono disposti a investire nel roll out nei network in fibra senza garanzie preventive di ritorni economici che non siano soffocati da prezzi regolamentati. Ma senza reti in fibra l’Europa rischierebbe di restare indietro rispetto agli Usa e a diversi paesi asiatici, dove le Ngn sono già state realizzate.
Colao non ci sta e si oppone a prioria qualsiasi decisione che rischia di comprimere i margini della sua azienda o di restringere la concorrenza del mercato. “Sono sicuro che non sia questa l’intenzione della Commissione”, dice Colao.