Bene la tutela dei posti di lavoro in Teleperformance, ma ora bisogna ragionare sul futuro dell’intero comparto. L’associazione nazionale dei contact center in outsourcing, esprime apprezzamento per la chiusura della vertenza che ha consentito il salvataggio di oltre 600 posti. “Il ritiro dei licenziamenti è certamente una buona notizia – sottolinea Luca D’Ambrosio, presidente di Assocontact – Si tratta di un’interessante innovazione per quanto riguarda gli aspetti della flessibilità e della decontribuzione, su cui varrà la pena riflettere. Intanto, va sicuramente fatto rilevare il senso di responsabilità manifestato nell’occasione dalle organizzazioni sindacali”.
L’associazione invita ora ad un ragionamento più ampio, legato alla salvaguardia ed allo sviluppo dell’intero settore e non solo a situazioni di contingente emergenza sociale. “Ora si rende necessario un confronto sulla competitività dell’intero comparto – evidenzia D’Ambrosio – È necessario capire come poter operare e crescere in condizioni di sicurezza e di normalità”.
Secondo l’accordo raggiunto lo scorso 11 gennaioccordo saranno ritirati i 621 esuberi annunciati nello scorso ottobre. La cassa integrazione, attualmente in vigore, verrà prorogata sino a luglio 2013 per poi lasciare spazio, sino al 30 giugno 2015, a multiperiodalità nell’orario di lavoro, ridotto a 4 ore sul giornaliero, detassazione e decontribuzione per le ore supplementari.
“Grazie ad una difficile opera di mediazione – commentava Fabio Gozzo della Uilcom Nazionale il giorno dell’intesa – abbiamo raggiunto un risultato importante e di grande soddisfazione e valore del quale, come Uilcom, rivendichiamo il merito perché con tale accordo si è evitato il licenziamento di centinaia di persone che, sopratutto in una città come Taranto già fortemente provata dalle note vicende dell’Ilva, avrebbe determinato una situazione di vero e proprio allarme sociale e si sono create le condizioni di rilancio dell’azienda”.
La proposta presentata ai sindacati da Teleperformance al tavolo prevedeva una rimodulazione dell’orario di lavoro su 33 ore settimanali di cui 13 ore, quelle attualmente coperte dalla Cig, a pianificazione variabile in base alle esigenze produttive.
L’azienda multinazionale dei call center, tra le prime in Italia ad aver stabilizzato già dal 2007 circa 2700 persone su attività sia di inbound che di outbound, ha registrato negli ultimi 2 anni un periodo di difficoltà dovuto alle mutate condizioni di mercato ed alla crisi economica che ha portato già al licenziamento di 330 persone nella sede di Roma.