LA VERTENZA

Esuberi, Vodafone apre agli esodi volontari

La proposta messa sul tavolo dell’incontro di ieri coi sindacati. In ballo anche i trasferimenti territoriali ed eventuali cessioni di ramo d’azienda. Michele Azzola (Slc): “Servono ammortizzatori sociali e piani di riqualificazione professionale”

Pubblicato il 22 Mar 2013

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Entra nel vivo la vertenza sui 700 esuberi Vodafone. Ieri, durante l’incontro con i sindacati, l’operatore ha presentato le sue tre soluzioni per affrontare la situazione. Come spiega al Corriere delle Comunicazioni Michele Azzola, segretario della Slc-Cgil, la società punta “alla mobilità volontaria, ai trasferimenti territoriali e a cessioni di ramo d’azione per sciogliere il nodo esuberi”.

“A parte la prima proposta – puntualizza però Azzola – non possiamo considerare soluzioni le altre due proposte. Come sindacati continueremo a chiedere a Vodafone di ritirare il piano esuberi. Da parte nostra siamo disponibili all’utilizzo di tutte le forme di ammortizzatori sociali necessari, dalla solidarietà alla cassa integrazione, e strutturare corsi di formazione per la riqualificazione del personale”.

Dello stesso avviso Giorgio Serao della Fistel-Cisl che sottolinea: “Siamo disponibili a tenere aperto il confronto a coatto che l’azienda non intraprenda azioni unilaterali sugli esuberi”.

Oggi i sindacati terranno un coordinamento con la Rsu per stabilire la strategia da mettere in campo in vista del prossimo incontro con i vertici di Vodafone, previsto per mercoledì 27 marzo.

Durante l’incontro di ieri l’azienda ha anche presentato un piano aggiuntivo di di risparmio sul lavoro. Si tratta di assorbire gli aumenti contrattuali, di rivedere il premio di risultato, di smaltire le ferie arretrate, di rivedere alcuni strumenti della contrattazione di secondo livello e le indennità di reperibilità.

Vodafone ha annunciato il piano da 700 esuberi con l’obiettivo di risparmiare 80 milioni di euro nei prossimo 18-24 mesi. “Il piano evidenzia che gli effetti negativi della crisi macroeconomica – evidenziava la compagnia in una nota – la forte pressione competitiva e il drastico calo dei prezzi, nonché gli interventi regolatori, stanno progressivamente influenzando in modo molto critico l’andamento del settore delle telecomunicazioni”. Anche Vodafone Italia, “che in questi anni ha mantenuto costante la sua strategia di investimenti in Italia per offrire ai propri clienti il miglior servizio e la migliore qualità e copertura di rete, ha risentito degli effetti combinati di questi fenomeni registrando negli ultimi due anni una rilevante erosione del fatturato e dei margini”.

L’operatore spiegava che “risulta necessaria un’azione di trasformazione ed efficienza che passa attraverso la ridefinizione complessiva del costo del lavoro e una riduzione del perimetro aziendale pari a 700 esuberi, nelle funzioni di staff e supporto, e non a diretto contatto con il cliente”. L’azienda sottolineava che “la difficile congiuntura rende urgente una maggiore focalizzazione organizzativa e di business per garantire la continuità degli investimenti sul servizio al cliente e sulla qualità e lo sviluppo delle reti di nuova generazione, e per assicurare il rilancio sostenibile dell’impresa e della sua competitività sul mercato nei prossimi anni”. Da qui, secondo l’azienda, discende la necessità della “riduzione del perimetro aziendale”.

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