LO SCANDALO

Napolitano: “Datagate, aspettiamo risposte soddisfacenti dagli Usa”

Il presidente della Repubblica interviene sulle presunte attività di spionaggio ai danni dell’Europa: “Tema spinoso”. John Kerry: “Non anomalo cercare informazioni su altri Paesi”

Pubblicato il 01 Lug 2013

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Quella dei problemi nel rapporto tra le istituzioni Ue e l’amministrazione Usa sul cosiddetto Datagate “è una questione spinosa che dovrà trovare delle risposte soddisfacenti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti poco prima di lasciare Zagabria, dove ha partecipato ai festeggiamenti per l’entrata della Croazia nella Ue, riferendosi al caso delle presunte operazioni di spionaggio da parte americana di istituzioni europee. E ai giornalisti che gli chiedevano se avesse notizia delle indiscrezioni di stampa che davano notizia di operazioni di spionaggio nei confronti delle ambasciate italiane a Washington e New York, il presidente ha replicato: “Non ho notizie di questo tipo, potete chiedere al ministro degli Esteri se ha informazioni”.

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, intervenendo a un videoforum a Repubblica.tv ha ricordato che l’eventualità che le ambasciate europee, compresa quella italiana, fossero spiate a Washington e New York “è tutta da verificare”. Ma se fosse vero, “i rapporti tra Italia e Usa sarebbero compromessi”. “Se siamo alleati – continua Mauro – se siamo amici non è accettabile che qualcuno all’interno di questo rapporto si comporti come una volta faceva l’Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti”.

Pronta la risposta del sottosegretario di Stato, Jonh Kerry, secondo cui “non è insolito” cercare informazioni sugli altri paesi. Kerry, che ha confermato di avere discusso della vicenda con il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton: “Abbiamo concordato di tenerci in contatto, ho convenuto di verificare quale sia esattamente la situazione e di comunicarglielo – ha spiegato Kerry – Posso dire che qualsiasi Paese del mondo impegnato su questioni internazionali, o di sicurezza nazionale, intraprende molte attività per proteggere la sua sicurezza nazionale, a cui contribuiscono informazioni di tutti i tipi”. “Ciò che so è che questo non è inusuale per molte nazioni – ha aggiunto – ma a parte questo non farò ulteriori commenti finchè non avrò appurato i fatti e stabilito precisamente quale sia la situazione”.

Dopo le rivelazioni dello Spiegel che riportava di attività di spionaggio Usa nei confronti di Germania, Italia e Francia è gelo tra Europa e Stati Uniti per lo scandalo Datagate che si allarga sempre di piu’. E a rischio ora finiscono addirittura le trattative tra le due sponde dell’Atlantico per costruire l’area di libero commercio più grande del mondo. Dovevano iniziare presto, ma ”non si possono cominciare” se c’è ”anche il minimo dubbio” che gli Usa hanno spiato e forse continuano a spiare la Ue (ma anche la Germania e, forse, la Bce), minaccia la vicepresidente della Commissione, Viviane Reding. Mentre da Berlino fanno notare che lo spionaggio ”si fa tra nemici” e tutto questo fa ripiombare il Continente in un ”clima da guerra fredda”.

Dopo la lettura sullo Spiegel dei documenti fatti filtrare da Edward Snowden, Bruxelles, Berlino e Parigi hanno chiesto ”immediate spiegazioni” a Washington. Ma in Europa sembra difficile giustificare con le esigenze dell’antiterrorismo l’infiltrazione nelle reti informatiche delle istituzioni comunitarie, la registrazione di milioni di telefonate e l’aver messo nel mirino non solo gli uffici Ue in America e a Bruxelles ma anche in maniera massiccia la città di Francoforte, sede della Banca Centrale Europea e della Bundesbank, oltre che dei maggiori istituti di credito tedeschi.bvE mentre nei palazzi europei monta la furia, da Washington arriva solo un imbarazzato silenzio.

”Se è vero, è un enorme scandalo”, ha detto nei giorni scorsi Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, che avrà il caso dello spionaggio nell’ordine del giorno della plenaria della prossima settimana a Strasburgo. Consiglio e Commissione europee oggi fanno sapere di aver chiesto ”immediate spiegazioni” agli Stati Uniti e ai servizi di sicurezza di investigare e correre ai ripari. Fonti del Consiglio fanno pragmaticamente notare che ”lo spionaggio esiste” e che ”i sistemi ed i controlli di sicurezza ci sono per questo”, ricordando che il caso scoppiato in queste ore ha almeno un precedente: nel 2003 vennero scoperte microspie nei palazzi di Commissione e Consiglio, ma il successivo processo non arrivò a nessuna conclusione.

Irritazione ai massimi livelli anche a Berlino e Parigi. In Francia il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha parlato di ”fatti inaccettabili, se confermati” mentre per la ministra della Giustizia, Christiane Taubira, sarebbero ”un atto di ostilità inqualificabile”. In Germania la ministra della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha definito ”inconcepibile” lo spionaggio tra Paesi che dovrebbero essere ”amici” ed ha affermato che ”se le notizie saranno confermate, la vicenda ricorda l’atteggiamento che si teneva tra nemici durante la guerra fredda”. E la procura federale di Karlsruhe sta verificando se ci sono ipotesi di reato per l’eventuale apertura di indagini.

I servizi segreti italiani intanto hanno smentito seccamente l’altra rivelazione fatta – ma poi ritirata – dal Guardian, secondo la quale l’Italia, assieme ad una serie di altri paesi europei, avrebbe collaborato attivamente con gli Usa, fornendo dati personali. ”Falsità” veicolate da ”un personaggio inaffidabile”, le definiscono fonti dell’intelligence italiana. Che precisano come la collaborazione con gli Usa sia, sì, aumentata dopo l’11 settembre 2001, ma ”riguarda la difesa del nostro Paese da azioni terroristiche e dei nostri contingenti all’estero, non certo la raccolta e la condivisione di banche dati personali, che peraltro è anche vietata dalla nostra legge”. Il Copasir comunque ha annunciato che martedì saranno chieste verifiche agli stessi servizi.

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