È una corsa a cinque, con due candidati più avanti degli altri, quella per la sostituzione di Maurizio Dècina, il commissario Agcom dimessosi lo scorso 4 settembre http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/22950_decina-si-dimette-da-agcom-si-accelera-sulla-nomina-del-successore.htm per “motivi familiari e personali”. La “pratica” è arrivata alla Presidenza della Camera dei Deputati dopo che il Consiglio di Agcom ha preso atto delle dimissioni del prof. Dècina http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/23095_dimissioni-decina-agcom-prende-atto-e-la-palla-passa-alla-camera.htm.
Sarà infatti l’assemblea di Montecitorio http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/22994_agcom-scatta-da-giovedi-prossimo-l-iter-per-il-dopo-decina.htm a nominare il nuovo commissario e riportare a ranghi completi il “quartetto” dei commissari Agcom oggi ridottosi ad un terzetto: Antonio Preto, Francesco Posteraro, Antonio Martusciello, oltre al presidente Angelo Marcello Cardani.
L’indicazione del nuovo commissario spetta al Pd che del resto aveva espresso Dècina http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/23067_agcom-chi-al-posto-di-decina-le-responsabilita-del-pd.htm.
Ma i democratici non hanno ancora scelto il cavallo su cui puntare, anche per la presenza di diverse candidature in campo.
In pole position sembra essere il prof. Antonio Sassano, attualmente presidente dell’organo di vigilanza di Open Access di Telecom Italia.
Dalla sua Sassano ha una lunga storia di docente universitario nel settore delle telecomunicazioni, il fatto di essere tra i maggiori esperti in Italia sul tema delicatissimo delle frequenze, anni di collaborazione come esperto di Agcom. Un curriculum fortemente tecnico e di indipendenza anche professionale (non ha mai avuto rapporti di consulenza con nessuna delle aziende vigilate da Agcom), Sassano è sostenuto da chi nel Pd è convinto che il nominato debba avere competenze specifiche nelle tlc, una delle ragioni che avevano a suo tempo portato il Pd ad indicare il prof. Dècina quale commissario.
Ma non tutto il partito sembra d’accordo sul nome di Sassano. La sinistra del partito spinge infatti per orientare la scelta verso Vincenzo Vita, ex parlamentare PD che da sempre si è occupato dei problemi delle comunicazioni ed in particolare di televisione.
Ma il partito dei “televisionari” si divide fra altri due nomi che vantano forti competenze sul tema: uno è Roberto Zaccaria, presidente Rai dal 1998 al 2002, docente di diritto dell’Informazione, ex parlamentare di Margherita e PD; l’altro è Carlo Rognoni, giornalista di lungo corso, ex parlamentare del PD, già consigliere di amministrazione della Rai ed ora Presidente del Forum Riforma sistema radiotelevisivo del Pd.
La forza di queste tre candidature sembra però essersi un po’ stemperata nel corso dei giorni, soprattutto per l’emergere prepotente dalle retrovie di un candidato fortemente appoggiato dall’ex segretario del PD Luigi Bersani e dai suoi uomini. Si tratta di Antonio Lirosi, responsabile Commercio e diritti dei consumatori al Dipartimento Economia e Lavoro del Partito Democratico.
Economista, dirigente statale in aspettativa, Lirosi ha lavorato a lungo al ministero dello Sviluppo Economico, affiancando Bersani quando ne era titolare. È stato anche “Mister prezzi” prima che l’incarico passasse a Roberto Sambuco. Se in fuga sono in cinque, il rush finale si giocherà soprattutto a due, fra Sassano e Lirosi. Quali competenze deciderà di privilegiare il PD?