Ci sono voluti mesi. Ma finalmente il decreto scavi è fatto. Oggi la Conferenza Unificata ha dato il via libera alle nuove regole che prevedono semplificazioni per la posa della fibra ottica anche utilizzando metodologie di scavo a limitato impatto ambientale, nel rispetto di quanto previsto dal Codice delle Comunicazioni elettroniche, dal comma 3 dell’articolo 231 del Codice della Strada, nonché dalla delibera n. 622/11/CONS dell’Agcom. Il decreto è diviso in sezioni a seconda della tecnologia utilizzata – minitrincea, perforazione orizzontale e scavo tradizionale – e in base all’infrastruttura stradale, urbane, extraurbane e autostrade.
A salvaguardia della sicurezza stradale, le infrastrutture digitali dovranno essere installate prioritariamente all’esterno della carreggiata stradale, nella parte più esterna della banchina, in posizione tale da non inficiare il corretto funzionamento dei dispositivi di ritenuta eventualmente presenti, salvaguardare tutte le altre opere strutturali e i sottoservizi esistenti pubblici e privati. Nel caso di impossibilità tecnica di utilizzo del marciapiede e della banchina è consentito lo scavo in carreggiata, che dovrà essere realizzata il più vicino possibile al margine della carreggiata e preferibilmente coincidente con la striscia di margine. L’estetica della strada è salvaguardata visto che le modalità di ripristino dovranno essere fatte con i medesimi materiali.
“Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto”, commenta il vice ministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà che considera il decreto “rivoluzionario” perché “chiarisce la normativa in materia e ridurrà complessivamente i disagi alla circolazione stradale derivanti da interventi ripetuti sulla sede stradale e quindi anche i relativi tempi e costi per la posa delle infrastrutture digitali. E’ importante sottolineare che con questo decreto la programmazione dei lavori di installazione sarà maggiormente coordinata con gli interventi di lavori stradali programmati dall’Ente gestore della strada. Il prossimo passo sarà il catasto delle infrastrutture del sottosuolo, ora realizzabile, dato l’obbligo introdotto da questo decreto di presentazione in digitale dei progetti di scavo”.
Soddisfatto anche il presidente di Asstel Cesare Avenia il quale però precisa che “manca un ultimo tassello che riguarda la possibilità di usare materiali speciali per il ripreistino”.
“La conclusione dell’iter di emanazione del regolamento scavi per la posa in opera della fibra ottica, a cui si è finalmente giunti oggi, costituisce senza dubbio un passo in avanti sulla via dello sviluppo dell’infrastruttura a banda larga e ultra larga in Italia”, ha detto Cesare Avenia.
“Diamo atto – precisa Avenia – che solo grazie all’impegno diretto e convinto del viceministro Catricalà e del ministro Lupi, si è potuto portare a casa questo primo risultato, giunto a mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista dalla legge. Nell’articolato, tuttavia, vi sono alcune norme importanti sui materiali e sui ripristini del manto stradale che non vanno bene, in quanto, così come sono formulate, non consentono l’esecuzione delle micro trincee, ostacolando quel sostanziale avanzamento tecnologico nelle metodologie di scavo e quella standardizzazione e semplificazione sul territorio, che erano gli obiettivi primari individuati dal decreto Crescita 2.0”.
“Gli operatori di Tlc – conclude il presidente di Asstel – si aspettano pertanto che al più presto possano essere apportate le modifiche migliorative necessarie, al fine di assicurare la possibilità, anche in Italia, di un pieno utilizzo delle tecnologie più innovative nella posa in opera della fibra ottica”.