IL REPORT

Ocse: banda larga, l’Italia retrocede

Secondo le ultime rilevazioni Ocse siamo al 20mo posto per penetrazione del broadband wireless e al 24mo sul fronte del fisso. Il Dsl la tecnologia più diffusa mentre scarseggiano le connessioni in fibra

Pubblicato il 10 Gen 2014

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Cresce la penetrazione della banda larga senza fili nei paesi Ocse. Secondo i dati di giugno 2013, appena pubblicati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la penetrazione nel gruppo di 34 paesi arriva al 68,4%. Ci sono cioè due sottoscrizioni ogni tre abitanti. Il totale delle sottoscrizioni è cresciuto del 16,63% anno su anno per un totale di 851 milioni di linee, spinto dalla diffusione di smartphone e di tablet. Sei paesi (Australia, Danimarca, Finlandia, Corea del sud, Giappone e Svezia) hanno superato la soglia del 100% di penetrazione, con l’Australia al primo posto grazie alla crescita record degli smartphone nel primo semestre del 2013.

L’Italia in questa classifica è alla posizione numero venti, davanti alla Svizzera e alla Francia ma dietro a Polonia, Spagna e Repubblica Ceca, con una penetrazione della banda larga senza fili sotto la soglia del 60%.

L’Ocse ha comunicato anche i dati per quanto riguarda la banda larga tradizionale: la penetrazione nel gruppo di 34 paesi è al 26,7%, con al vertice Svizzera, Olanda e Danimarca, rispettivamente con un tasso di penetrazione ogni cento abitanti del 43,8%, 40% e 39,7%. La maggiore crescita nella penetrazione è della Francia (+32% in sei mesi), della Spagna (+34%), della Turchia +33%), mentre Giappone e Corea del Sud hanno le quote maggiori per quanto riguarda la diffusione della fibra: 68,45% e 62,76% del mercato interno, rispettivamente.

Infatti, delle tre tecnologie attualmente commercializzate (DSL su rame, fibra e cavo) nella media dei paesi Ocse è sempre la DSL ad avere la quota maggiore, con il 52,69% del totale, seguita dal cavo (30,91%) e infine dalla fibra, in rapida crescita e arrivata al 15,75%.

In tutto questo, per quanto riguarda la banda larga su linea fissa, il ruolo dell’Italia appare fortemente in ritardo: l’aumento della penetrazione in percentuale anno su anno a giugno 2013 è dell’1,23%, poco superiore all’aumento della penetrazione in percentuale nei primi sei mesi del 2013, pari all’1,2%. L’Italia è al 24mo posto dopo Germania e Canada ma davanti a USA e Norvegia.

Invece se si guardano i dati per tecnologia, l’Italia è al posto numero 27: a fronte di una penetrazione media per cento abitanti Ocse pari a 26,7%, in Italia la tecnologia via cavo è a zero, la DSL al 21,9%, la fibra allo 0,5%, per un totale (con alcuni arrotondamenti per calcolare altre tecnologie residuali, come il satellite) del 22,4%. Meglio dell’Italia ci sono Irlanda e Portogallo, peggio Ungheria e Repubblica Ceca.

Il totale dei sottoscrittori dei servizi di banda larga via rete fissa nel nostro Paese a giugno 2013 sono 1.3644.239, mentre i sottoscrittori di servizi di banda larga senza fili sono 34.560.246, più del 40% hanno sottoscritto accordi di fornitura di telefonia tradizionale (smartphone con voce e dati) e 14,1% sono invece i sottoscrittori dei servizi solo dati (tablet e chiavette) ogni cento abitanti, per un totale di quasi il 57%.

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