LO STUDIO

Ofcom: “Addio generazione Millenium, digitale in mano agli under 7”

L’Authority britannica svela: i ragazzini hanno più dimestichezza con smartphone, tablet e app degli adulti. La ricercatrice Jane Rumble: “I più piccoli stanno sviluppando abitudini di comunicazione totalmente diverse dalle altre generazioni”

Pubblicato il 07 Ago 2014

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A sei anni non sanno ancora allacciarsi le scarpe ma capiscono il digitale meglio degli adulti: è quanto emerge dallo studio annuale sui consumatori britannici di Ofcom, l’Autorità delle Comunicazioni inglese, secondo il quale gli under 7, ovviamente nativi digitali, sfoggiano maggiore dimestichezza con la tecnologia degli adulti tra i 45 e i 49 anni.

Prendendo in considerazione un campione rappresentativo di 800 bambini e 2000 adulti, Ofcom ha effettuato un test per misurare il “quoziente digitale” o DQ, ovvero la consapevolezza e la confidenza nell’utilizzo di dispositivi quali tablet e smart watches, e la conoscenza dell’Internet superveloce, delle reti di telefonia mobile 4G e delle applicazione per device.

È emerso che i bambini dai sei ai sette anni, cresciuti con YouTube, Spotify e Internet (su pc o su telefonino) hanno un quoziente digitale medio di 98 punti. Il picco arriva tra i 14 e i 15 anni, con 113 punti, poi, con l’età, diminuisce progressivamente: il DQ medio delle persone tra i 45 e i 49 anni è di 96 punti.

“I più piccoli stanno sviluppando abitudini di comunicazione totalmente diverse dalle altre generazioni – avverte Jane Rumble, ricercatrice Ofcom – persino rispetto ai ragazzi tra i 16 e i 24 anni che pure sono cresciuti nella tecnologia».

Tra i limiti più comuni nelle vecchie generazioni Ofcom segnala l’assenza di qualsiasi informazione su Snapchat, servizio di messaggistica video lanciato nel 2011, e sui Google Glass, gli occhiali hi-tech in preparazione da tempo.

Sempre secondo lo studio i ragazzi passano il 50% del tempo libero davanti alla tv, un sottofondo comune mentre si chatta o si messaggia in multitasking, mentre il 20% va su Youtube e il resto su Netflix, iTunes o guarda dvd.

La “comunicazione” per i giovani è spedire messaggi di testo (chat o sms) e condividere foto sui social network.Oltre il 90% del tempo speso dai bambini sui device è impiegato nello spedire o ricevere messaggi, nel chattare su social network come Facebook e nell’instant messaging come WhatsApp. Le e-mail? Le manda solo il 2%, una quota che negli adulti sale al 33%.

Solo il 3% dei ragazzi ha ammesso di non sapere nulla sugli smartphone. Per gli adulti la precentuale è al 20%, La maggioranza dei bambini di oggi socializza mandando messaggi scritti o condividendo foto e video: “La generazione millennium sta perdendo la voce” sottolinea Ofcom.

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