IL PIANO

Banda ultralarga, spunta l’ipotesi Enel

Secondo Il Messaggero il governo avrebbe sondato la disponibilità della società energetica e di altre utility a partecipare al progetto Ngn

Pubblicato il 13 Apr 2015

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Nella partita della banda ultralarga potrebbe entrare anche l‘Enel. Secondo Il Messaggero il gruppo guidato da Francesco Starace, così come altri player, sarebbe stato sondato dal governo nelle ultime settimane. Il coinvolgimento delle utility è peraltro già descritto nel documento della presidenza del Consiglio sulla strategia per la banda larga. Tutti e quattro i modelli di intervento infrastrutturale (diretto dello Stato, in partnership pubblico privato, a incentivo e ad aggregazione della domanda) ottimizzano il riutilizzo delle infrastrutture, sia quelle di proprietà pubblica (quali fognature, pubblica illuminazione, gallerie multiservizio) sia quelle di proprietà privata (cavidotti e infrastrutture esistenti di operatori o multiutility locali) per le quali è prevista l’acquisizione dei diritti d’uso

Intanto per accelerare sull’avvio del cantiere per la banda ultralarga è direttamente intervenuto il premier Matteo Renzi mentre le diplomazie sono al lavoro per trovare un accordo tra pubblico e privato negli investimenti.

Telecom Italia ha esposto venerdì scorso per la prima volta il proprio piano banda ultra larga 2015-2017 al premier. Com’è noto, dei 10 miliardi che Telecom Italia investirà in Italia nei prossimi tre anni (altri quattro saranno destinati al Brasile), circa tre miliardi andranno allo sviluppo della rete in fibra ottica, “con un incremento – spiega una nota della società – di 1,1 miliardi di euro rispetto all’anno precedente”. 500 milioni di euro saranno dedicati alla tecnologia Fiber to the Home (Ftth), con l’obiettivo di coprire le prime 40 città italiane, già a partire da quest’anno.

E’ già passato oltre un mese da quando (3 marzo) il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova strategia nazionale per la banda ultralarga con l’obiettivo di massimizzare la copertura della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps, con priorità per le imprese e le sedi della PA, garantendo al contempo almeno 30 mbps al 100 per cento della popolazione. Il Governo prevedeva l’avvio dei primi bandi di gara per il secondo trimestre 2015 (e le ultime nel 2020) ma ad oggi la prima scadenza, quella della “prenotazione” delle aree di intervento da parte dei privati entro il 31 marzo già non è stata rispettata mancando le indicazioni perché Infratel avviasse la piattaforma per notificare le manifestazioni di interesse.

Gli operatori sono in attesa dei decreti attuativi. Un “decreto ad hoc per la predisposizione del fondo di garanzia è pronto al 90% e andra’ in uno dei prossimi Cdm” ha detto a inizio aprile il vicesegretario di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar. Per quanto riguarda il decreto attuativo dello Sblocca Italia, ha precisato, si tratta di uno strumento che non solo deve essere notificato alla Ue, ma che ha anche incontrato le perplessità del Ministero dell’Economia per problemi di bilancio.

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