Nessuna rivolta anti-trasparenza, ma un’azione a tutela del libero mercato. Asstel spiega a CorCom i motivi che l’hanno spinta a fare ricorso al Tar contro la delibera Agcom sui diritti degli utenti. Tra i punti chiave del provvedimento l’obbligo per le compagnie telefoniche di avvisare l’utente della scadenza del contratto un mese prima, di comunicare le condizioni dell’offerta così come i tempi di attivazione del servizio.
“Ovviamente Asstel accoglie con favore ogni regola che garantisca maggiore trasparenza a tutela dell’utente – spiega a CorCom, Marzia Minozzi, responsabile Regolamentazione e Relazioni Istituzionali dell’associazione – Quello che non ci ha convinto e che reputiamo dannoso per la concorrenza è l’intervento sulla durata dei contratti”. Agcom ha infatti stabilito che questa non deve superare i 24 mesi “mentre già oggi il mercato accoglie con favore anche contratti a 30 mesi, che consentono esborsi mensili inferiori per i consumatori”.
Si tratta, per Asstel, di un forte limite alla libertà commerciale che rischia di “ingessare il mercato”, sottolinea Minozzi.
Altro punto che non convince riguarda le modifiche unilaterali al contratto: Agcom impone un’informazione preventiva sulle motivazioni. “Già adesso per i casi di modifica unilaterale le norme prevedono per il consumatore il recesso senza oneri (se non strettamente giustificati dalle spese sostenute dall’Operatore) – puntualizza ancora la responsabile Affari istituzionali – quindi non si spiega la necessità di un ulteriore intervento sull’informazione preventiva”.
Agcom ha dato alle telco 60 giorni per adeguarsi alle nuove regole. Un tempo giudicato “troppo breve”.
“Adeguarsi – evidenzia Minozzi – significa essenzialmente intervenire sui sistemici informativi delle compagnie, procedura che certamente non è possibile concludere in poco più di due mesi”. La scadenza dei termini amministrativi ha reso indifferibile la presentazione del ricorso al Tar.
Infine la questione del quadro normativo generale. “La delibera è stata approvata mentre è ancora in fieri l’iter del ddl Concorrenza che dovrebbe rafforzare le norme a tutela di aziende e consumatori, incidendo quindi, in modo ancora non definito, sugli stessi argomenti trattati dalla delibera”, conclude Minozzi.